È da poco uscito “Mezzanotte”, il quinto disco in studio di Ghemon (qui la nostra recensione), un lavoro che lo ha portato ad essere tra le migliori realtà italiane in circolazione, capace di andare oltre il rap lungo una strada del tutto innovativa. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il musicista avellinese. Ecco cosa ne è uscito.

A cura di Alessandro Benedetti

 

Gianluca Picariello, in arte Ghemon, ritorna con Mezzanotte. Per la prima volta in copertina non ci sei tu, ma una fotografia d’autore. Perché?

Questa volta non mi interessava essere in copertina, ma cambiare la visuale, anche a livello di immagine. Voglio che ci sia l’interpretazione di un messaggio quando si prende in mano il mio disco, che si decifri un codice. E così, per farlo, ho pensato a quale fosse il soggetto più bello in natura: la donna… Quindi, meglio se due [ride].

Nel disco precedente, “Orchidee”, cantavi «adesso sono qui». In Mezzanotte dici «sono come sotto un temporale». Ora dove sei?

Di strada ne ho fatta tanta, ma non bisogna pensare che sia un unico percorso da seguire, per cui ora mi sia perso o sia tornato indietro. È un’avventura, e ogni giorno decido i passi da fare: ora credo di aver trovato la strada giusta, in cui il sentiero è battuto ed illuminato. Chissà se domani scoprirò che dietro l’angolo c’è un burrone.

Questo disco è cantato da Ghemon, ma scritto da Gianluca. Mi spiego: la voce è quella dell’artista, ma il racconto del vissuto è estremamente personale, intimo. Non ti spaventa esporti?

È una cosa che ho sempre fatto e sempre continuerò a fare. In questo disco l’ho fatto con più consapevolezza, con più cognizione di me stesso. Quando cerchi di essere originale e di comunicare te stesso, la paura più grande è che chi ti ascolta non venga raggiunto dal messaggio giusto, perda il significato delle tue parole – invece il pubblico mi sta sorprendendo in modo positivo.

Nel panorama musicale odierno si tende ad autocelebrarsi, dipingersi come invincibili. Nel tuo disco però traspare una debolezza, una fragilità unica. Ti senti di andare controcorrente?

Mi piace andarci di proposito controcorrente [ride]. Faccio molta fatica a mentire su determinati argomenti, soprattutto se personali, ma questo non è un disco che parla solo di fragilità. È un disco di rivincita, la mia rivincita.