Belli, ma anche ferini come i gatti. Qualità di cui non si accontentano, evolvendosi persino in esseri alati, e quindi volanti, cosa “razionalmente” possibile solo attraverso la musica. Christian Alati (già Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo) ed Emanuele Gatti (già News for Lulu) si sono trovati quattro anni or sono formando così una delle band più folli e originali in cui possiate imbattervi in questi anni in Italia.
Partendo da basi nostrane (il falso disordine musicale degli Afterhours, la psichedelia dei Bluvertigo, l’elettronica dei Subsonica), la formazione di Milano prende in esame in questo esordio sulla lunga distanza l’universo “uomo”, sia passando dall’inconscio sia da evidenti e spesso deprecabili atteggiamenti tipici ed intrinseci della nostra epoca.
Fama gode di ritmiche e suoni vagamente indiani, nonché di un finale elettronico creato da dieci micidiali secondi di puro caos industrial. A domani è il brano più ballabile e malatamente pop, in Preso parti si percepisce in modo velato il tema della droga, Sorrisi impiccati possiede una melodia verdeniana. In Firenze l’omonimo capoluogo toscano non è più la città triste descritta mirabilmente da Ivan Graziani, bensì una città che «ha i noduli e muore».
In Tieniti in forma anche ciò che può far bene diventa, nella società in cui viviamo, un assioma da raggiungere con ogni mezzo, anche artificiale, come ad esempio una pillola. Conta fino a tre è un mantra riflessivo per «alleviare gli incubi», Fusa una preghiera sintetica e sanguigna, contemporaneamente sacra e profana. Subumano è posta a chiusura: canzone umana, spaventosamente umana, e quindi vuota. Da ascoltare.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.