Fossi un clubber londinese definirei 21+ di Fare Soldi Intelligent Dance Music.
Fossi un artistoide da casa occupata berlinese li metterei in loop come sottofondo al mio vernissage.
Fossi un fighetto hipster milanese coi pantaloni risvoltati e la puzza sotto il naso li definirei Tamarri.
Purtroppo (o per fortuna) sono un provincialotto trentenne sull’orlo della calvizie e per quanto mi riguarda i Fare Soldi sono parecchio divertenti.
Provinciali come me, i Fare Soldi – ignoranti già a partire dal nome – sono un duo di Udine che sta sulle scene già da qualche anno (ovvero dal 2010). Questi 2 nipotini di Giorgio Moroder sono anche figli dell’ondata electro che ha frastornato e galvanizzato le piste da ballo underground del Bel Paese qualche tempo addietro.
Dj resident di una fortunata serata dal nome Venerdì Credici (a cui dedicano un pezzo in questa loro ultima fatica), sono fautori di un genere che porta l’improbabile nome di Frisco Disco. Il 22 Gennaio hanno dato alle stampe 21+, lavoro danzereccio dalle influenze french touch, fidget ed electroclash. A fare da comprimari all’impresa sono state chiamate due giovani promesse dell’elettronica italiota: Godblesscomputer e M+A. Hanno poi tirato fuori dal cappello una vocalist sorprendente (e sconosciuta, almeno a me) Mc Divine che canta in Don’t Go Away e All Comes Down. Come se non bastasse hanno coinvolto nel progetto anche il dj australiano Sam Sparro.
Il risultato di quest’orgia di adrenalina, allegria e voglia di sudare è un disco che, come dicono gli stessi autori: “Sounds better if served chilled and played loud”.
Lesterio Scoppi

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.