All’anagrafe ha un nome impronunciabile Xavier Dphrepaulezz, ma sul palco è FANTASTIC NEGRITO. Qui abbiamo già raccontato la sua storia.
Nasce in Massachussets da madre afroamericana e padre caraibico. Una storia di vita travagliata quella del cantante e compositore statunitense che a soli 12 anni scappa di casa e inizia a vivere per strada. Negli anni ’90 Xavier è considerato una delle nuove promesse del panorama blues e R&B internazionale, lanciato dal manager di Prince, viene messo sotto contratto da Jimmy Iovine alla Interscope per un milione di dollari, collaborazione che, però, non dà i frutti sperati. A seguito di questa esperienza l’artista organizza party illegali in un loft di 3000 metri attirando ospiti da tutta Hollywood. Diventa agitatore culturale della scena underground d Los Angeles finchè a causa di un incidente d’auto va in coma per tre settimane. Dopo la riabilitazione nasce il progetto Fantastic Negrito. Nel 2017 arriva il primo Grammy come Best Contemporary Blues Album con il disco “The Last Days of Oakland”. Lo scorso anno ha pubblicato il suo ultimo album, “Please Do not Be Dead” lavoro che lo porta a replicare la vittoria dello stesso Grammy. La sua musica è profondamente riconoscibile per la schiettezza con la quale riesce a raccontare un vissuto particolarmente complesso, fatto di continue cadute e rinascite e riesce ad essere contemporaneamente struggente ed energica, creativa e densa di black music.
Ieri sera ha suonato al Circolo Magnolia, un concerto molto atteso dopo i sold out invernali. Ad aprire il duo bresciano Superdownhome, che ha suonato il materiale dal suo ultimo lavoro Get My Demons Straight.
Il Fantastico attacca alle 22.20. Sfodera subito la tripletta My Time In L.A., Bad Guy Necessity e Scary Woman e ti sembra subito di essere li da sempre. Un viaggio a ciondolare nella black music da Leadbelly a Prince.
Fantastic Negrito sul palco è un mattatore, un vero showman, in grado di incendiare le folle con uno stile da predicatore spesso utilizzando uno slang praticamente esperanto.
Lo show continua per oltre un’ora e mezza. An Honest Man, A Boy Named Andrew e Transgender Bisquits dove è il Groove assoluto a farla da padrone sfocia in una “In the Pines (Oakland)” la ballad in memoria di Chris Cornell.
Sui bis l’accoppiata Night Has Turned To Day/Bullshit Anthem, un inno di fratellanza, pace e ammore per una chiusa con lieto fine.
Qui sotto potete capire meglio di cosa stiamo parlando
La Scaletta
My Time in L.A.
Bad Guy Necessity
Scary Woman
A Cold Novembre Street/Hump Thru the Winter
An Honest Man
A Boy Named Andrew
Transgender Bisquits
In the Pines (Oakland)
Dark Windows
Lost In A Crowd
Rant Rushmore
Plastic Hamburgers
The Duffler
Bis:
Night Has Turned To Day/Bullshit Anthem
Leggi la vera storia di Fantastic Negrito

Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.