Nato da un contest per artisti emergenti di Glastonbury, il giovanissimo rocker inglese Declan McKenna torna alla sua dimensione naturale con il tour di Zeros, un disco fermo da 2 anni causa pandemia che stasera vede la luce sul palco del Circolo Magnolia di Segrate.  Ad attendere l’artista un centinaio di fan incalliti che non temono i 33 gradi di un martedì sera a Segrate, più qualche genitore spiaggiato sulle sdraio in attesa dei pargoli.  Il concerto comincia alla luce del tramonto alle 21 spaccate quando dalle casse si diffonde la hit Beatlesiana “With a Little Help from my Friends”. 

La band calca il palco in formazione xxl comprensiva di 2 chitarre, basso, batteria, sax e synth con un Declan che si alterna tra piano e chitarre, dando sfoggio di un gamme di sei corde davvero notevole.  Si parte dalla recenti “Beatiful Faces” e “Rapture” per proseguire con “Emily” e “Make me your Queen” che alzano di un paio di gradi la temperatura della situa. A tratti sembra di sentire i Bloc Party 20 anni fa spruzzati con una punta di glam 80’s.  La band continua senza sosta per 13 pezzi filati con pochissime interruzioni a parte qualche piccolo scambio d’affetto con i giovani fan. 

 

Con Be an Astronaut si chiude la prima parte del concerto che ci lascia piacevolmente sorpresi per il carisma e l’intensità delle canzoni dal vivo che anche nei momenti più intimisti (piano e voce per capirci) sanno raggiungere profondità restando sempre ampliamente sotto l’asticella dello sbadiglio.  The Key to Life on Earth è l’essenza della sua arte e vedergliela suonare ci da garanzia che qualcosa di grande accadrà.

Per le hit vere e proprie dobbiamo aspettare la seconda metà del concerto che aggiungerà una mezzo’ora abbondante al set dell’artista. Eì il momento di Eventually Darling, Why do you Feel so Down e Brazil, ad oggi il suo singolo di maggiore successo (fino ad ora ha messo insieme circa 125 milioni di ascolti su Spotify),  è proprio il pezzo che gli ha fatto guardagnare il contratto con la Columbia Records che lo ha inserito nel proprio roster curandogli la pubblicazione del suo primo disco  “What Do You Think About the Car?”.

 

Declan sembra esser caduto nel vortice di Bowie inciampando sui sassi degli Strokes, che se ci pensate bene per un vent’enne è qualcosa di miracoloso…considerando che da questa parti i suoi coetanei sbarellano per i trapper decervellati… Restiamo in fondo a questo piccolo drappello di outsiders che salta pazzamente sulle note di British Bombs e un mezzo sorriso riusciamo anche a concedercelo…forse tornando a casa con la sicurezza di aver visto un artista che tra qualche anno calcherà palchi enormi e diventerà innavicinabile.  

Qui per capire meglio il fenomeno Declan

La prima volta che suonò a Milano appena maggiorenne era andata così