Love Storm”, album d’esordio della band Espada, suona come una vera e propria tempesta che ti travolge con un mix indefinibile di sonorità fin dal primo ascolto. Non ho il tempo di premere play che subito mi ritrovo con la mente a guidare sulla Route 66 con il vento tra i capelli e la radio che passa pezzi che vanno dal rock, all’alt-country, a variazioni punkpsichedeliche, jazz e rockabilly.

La prima delle sette canzoni è Hard Times: pezzo da ascoltare a tutto volume per godere di ogni minimo riff di chitarra elettrica e della voce potente del cantante. Non viene voglia anche a voi di prendere una chitarra e spaccarla contro il muro? In Dwayne i toni, inizialmente calmi, rendono l’atmosfera più intima, e pian piano si riaccendono insieme alla voce, che si fa quasi rabbiosa e struggente. Il disco continua con uno dei pezzi che preferisco, The Number: qui la voce mi ricorda quella di un sexy e ammiccante cowboy, con le sembianze di Alex Turner.

Quando inizia The Tour per un attimo tiro un sospiro di sollievo, la canzone ha, sì, un effetto rilassante, ma è anche un po’ inquietante. E poi c’è Young and Devious: suona come la colonna sonora perfetta per un moderno film western o una canzone del Re del rock ‘n roll. O, volendo, anche qualcos’altro. Infatti ogni pezzo ha dentro di sè più anime, più personalità difficili da definire.

Il disco si avvicina alla fine con Heart of Ice, in cui si toccano sonorità simili a quelle dei The Jesus and Mary Chain, e contiene un fantastico assolo di chitarra che conduce in modo solenne alla canzone conclusiva del disco, The Well. Una volta dissolta l’atmosfera onirica evocata, posso dire che il disco mi ha piacevolmente sorpreso. Mi ha (s)travolto con i suoi pezzi caratterizzati da una sorta di “bipolarismo” di fondo ma soprattutto per quella capacità, tipica della musica, di farti estraniare dalla tua dimensione e di trascinarti in posti i cui fisicamente non sei mai stato. E dire che il disco è stato registrato nel centro Italia (sotto la BVR) e non negli States. Ascolto consigliatissimo!

Mariangela Santella