Non farò una recensione classica di questo libro, di quest’opera, per il semplice fatto che non c’è nulla di classico qui dentro. E poi perché le mie vicende sono intrecciate a quelle di Holdenaccio da tempo, pur non essendoci ancora mai incontrati fisicamente. Giusto per farvi capire: prima di iniziare a sentirci telematicamente, vidi una sua tavola, postata online in anteprima, che ritraeva quel mito di Neil Gust, compagno di band di Elliott Smith negli Heatmiser, col quale ero peraltro già in contatto per via di un’intervista che gli feci pochi anni fa proprio per Indie-zone. Quella tavola finì direttamente in allegato a una mia mail allo stesso Neil, il quale ovviamente si incuriosì tantissimo per il progetto (e credo anche s’inorgoglì al pensiero che, appena prima del suo rientro nel mondo musicale, dopo un silenzio ventennale, qualcuno in Italia parlasse di lui).
Con Holdenaccio poi avevamo pensato a un minitour insieme, tu parli, io faccio un paio di cover, poi di nuovo parli, poi faccio un paio di pezzi miei, etc… Forse non si farà mai, forse sì, ma non importa, il fatto è che il suo libro ci ha istantaneamente collegati, uniti, e questo perché è la storia di Elliott, e quindi anche la storia di tanti di noi. Non è un concetto banale, Elliott Smith era un essere umano complesso, oltre che probabilmente uno dei più grandi autori di sempre. Ed è in questa complessità, nelle pieghe della sua sofferenza, ma anche dalle stilettate delle chitarre degli Heatmiser prima, o dalle intricate e solitarie trame acustiche successive che noi, vagamente sofferenti e molto romantici, amiamo inserirci, crogiolarci, alle volte persino ballare.
“Elliott Smit – Going Nowhere” si legge su vari livelli. Per capirci: puoi anche non sapere nulla di Elliott Smith ed emozionarti comunque, che è il livello zero, oppure puoi perderti in una quantità infinita di musica e di citazioni, alcune persino estemporanee, ma incredibilmente centrate poi alla realtà della vita di Smith, piccole briciole che il pollicino Holdenaccio ha sparso nel suo libro, che è poi il livello dieci, e via così, attraverso tutte le fasi intermedie. Il mio passaggio preferito ad esempio è l’incredibile citazione di “Will Hunting” (che lascerò però sospesa, per non spoilerare). Quella mi ha fatto proprio piangere, come quando riguardo il film (tipo ieri sera).
Antonio mi aveva anticipato il file del libro e me l’ero letto una sera dal cellulare, poi però fortunatamente è arrivata anche la bellissima copia cartacea, fisica e massiccia (munita peraltro di una stupenda mini-fanzine da comporre: tanti cuori per questo). Questa bellissima copia fisica, appunto, me la sono riletta la sera con Lucia, mia figlia di 8 anni, che si è commossa con me, ha riso, si è posta e mi ha posto parecchie domande e, soprattutto, mi ha poi sempre obbligato a riguardare su youtube i filmati citati dal libro, o comunque collegati. Ora Miss Misery è il suo pezzo preferito, la canta benissimo, inventando a volte qualche parola.
Ecco quello che Lucia pensa del libro:
“Il libro di Holdenaccio è molto bello e la storia di Elliott Smith mi ha affascinata molto, se potessi dare un voto sarebbe questo: ✶✶✶✶✶. Credo che sia la musica di Elliott Smith, sia quella degli Heatmiser sia bella. Del fumetto invece mi è piaciuta la parte in cui la sua fidanzata scopre le cassette. Delle canzoni che ho sentito fino ad ora mi piace molto Miss Misery, ed è stata la prima canzone che ho sentito di Elliott Smith. Secondo me Ferdi è molto carino, simpatico, e dopo Elliott è il mio preferito”.
Carlo Pinchetti
L’autore presenterà “Elliott Smith – Going Nowhere” giovedì 29 settembre 2022 all’Ink di Bergamo. Con lui sul palco ci sarà Luca Roncoroni di Eppen. A seguire, live acustico di Linda e Carlo Pinchetti. Qui tutte le informazioni.

Mi racconto in una frase:
Campione d’istituto di ping pong in prima media, distrattamente laureato in Filosofia, papà, scrivo canzoni con la chitarra e le canto.
I miei tre locali preferiti per vedere musica:
Ink Club (Bergamo), Biko (Milano), Bloom (Mezzago)
Il primo disco che ho comprato:
Nirvana “Bleach”
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Nirvana “Bleach”
Una cosa di me che penso sia inutile ma ve lo racconto lo stesso:
A 14 anni sono stato selezionato per l’All Star Game del camp estivo di basket dell’Università di Syracuse, ma non ho potuto giocarlo perché avevo l’aereo di ritorno.