du blonde 2021

La trentunenne inglese Beth Jeans Houghton è un’artista visuale (in carriera ha girato anche video musicali per gente come i Red Hot Chili Peppers) che ogni tanto, a nome Du Blonde, decide di regalare al mondo un po’ di canzoncine pop punk dalla fattura perfetta. “Homecoming” è il terzo album in sei anni, e probabilmente quello più convincente.

Nonostante i natali a Newcastle, nell’Inghilterra del Nord, la musica proposta da Du Blonde ha sicuramente più punti di contatto con gli Stati Uniti. Già da un primo ascolto, viene infatti naturale collocare il sound di Beth all’interno di quel filone che negli anni ha cercato di riattualizzare il surf sixties dei Beach Boys sovraccaricandolo di distorsioni, dai Ramones agli Weezer.

In questo ultimo lavoro, Du Blonde decide inoltre di circondarsi di un po’ di nomi di alto livello, dall’amica Ezra Furman nel punk di I’m Glad That We Broke Up a Shirley Manson dei Garbage nel tributo (plagio?) a Where Is My Mind? dei Pixies in Medication, da Andy Bell (già Ride ed Oasis) nella semi-ballad epica All the Way, alla giovane compagine riot grrl dal più bel nome in circolazione The Farting Suffragettes in I Can’t Help You There.

L’album si snoda anche in altre sei tracce guestless. Dall’apripista Pull the Plug, che inizia con quel che sembra essere un rutto, alla spassosissima Smoking Me Out, dall’alternative anni Novanta di Ducky Daffy alla filastrocca psycho di Undertaker. Take One for the Team ha un inizio chitarristico romanticamente Nirvana, mentre la conclusiva Take Me Away è un soul emozionante. Un gioiellino power pop da parte di un’artista di cui sentiremo sicuramente parlare ancora a lungo.

Andrea Manenti