Ci sono poche certezze nella vita. Ascotare il rock’n’roll fa stare bene. La primavera fa stare bene. Ascoltare il rock’n’roll in primavera fa stare molto bene. Ascoltare il nuovo super rock’n’roll album “I Lost My Soul in This Town” dei Diplomatics in cuffia mentre si corre nei boschi in primavera fa stare dannatamente bene.

La band vicentina, con questo secondo lavoro in una carriera ormai ventennale, non fa altro che affinare il proprio spirito e forgia così una sorta di antologia del più ribelle dei generi americani. Il disco inizia con gran classe grazie a Love Boat ed alla sua esplosione di fiati, fra i Rolling Stones ed i Social Distortion di quello che a tutt’oggi è ancora il loro ultimo lavoro “Hard Times and Nursery Rhymes”. You Make Me Crazy alza il tiro ed è più dalle parti del primo punk’n’roll scandinavo figlio di band come Hellacopters e Backyard Babies, Sunshine Glow aggiunge l’armonica e fa muovere le chiappe, così come la successiva Nothing but You, che gode nel finale di un falsetto che manco il giovane Axl Rose.

Il singolo Lost in Town si riallaccia a sapori più nostrani e ricorda velatamente i Peawees, Hey Loser, You Poser! è glam. A Today va la palma di brano più emozionante del disco: alt-country debitore di formazioni come Old 97’s o gli Wilco di inizio carriera, original folk rock in salsa italiota. Moving On ri-spinge sull’acceleratore ed è sostanzialmente ottimo punk ’77, mentre Falling Down riscopre Jerry Lee Louis e il suo pianoforte impazzito. Il finale è affidato a Fill It Up, fra garage sixties e r&b. Dal Veneto con furore i Diplomatics sono pronti a conquistarvi.

Andrea Manenti