Quando si parla di cumbia, non posso non pensare a mio fratello e alle domeniche mattina in cui mi svegliava con i suoi dj set dal “sabor tropical”… e improvvisamente non mi trovavo più nel salotto di casa mia a Milano, ma in qualche posto caldo del Sud America, su una spiaggia soleggiata e selvaggia della Colombia, del Perù o dell’Argentina.

Negli ultimi anni è diventato un genere di cui si sente parlare sempre più anche in Italia. Merito in parte di Davide Toffolo che, con la sua idea di riunire alcune realtà italiane nel “Vol. 1 dell’Istituto italiano di Cumbia”, ha dato vita ad un genere nuovo (una sorta di cumbia contemporanea, del futuro, lo “Spaghetti Cumbia”) e mi ha fatto conoscere i Cacao Mental con due loro pezzi: Tingo Maria, dedicato al paese di origine del cantante Kit Ramos, e Ayahuasca Sublime, viaggio psichedelico in una giungla interiore, indotto dalla musica in questo caso, e non dalle piante allucinogene da cui prende il nome.

Questi brani sono contenuti anche nel disco d’esordio “Para Extrañas Criaturas”, uscito per La Tempesta SUR (estensione della famosa etichetta La Tempesta dischi), in cui si ritrovano pezzi originali e cover di brani tradizionali come El Pescador e El Loro y La Lora, canzone tipica colombiana che apre il disco mostrando fin da subito tutta la potenza del gruppo.

La cumbia dei Cacao Mental parte dalla Chicha, la cumbia peruviana, per poi evolvere in sonorità completamente nuove create da un beat contemporaneo, elettronico, da suoni tex-mex, latino americani, ma anche da sonorità balcaniche, frutto sicuramente delle diverse esperienze musicali (e di vita) dei tre eclettici componenti: Kit Ramos, alla voce, Stefano Iascone alle trombe e campionatori e Marco Pampaluna alle chitarre.

Ed ecco che torna Davide Toffolo, nel pezzo Cumbia Triste, in cui italiano e spagnolo si mescolano, come all’interno del disco continuano a mescolarsi sonorità differenti. Bandero, Mercante, Viuda Negra, a quanto pare il primo pezzo ad essere composto, continuano a travolgerci con il loro ritmo. Reyna Descalza è il brano strumentale, che forse si discosta di più dalla cumbia tradizionale, e che chiude il disco.

E chiude il continuo viaggio, il continuo addentrarsi in territori sconosciuti, misteriosi, ma molto coinvolgenti, sensuali, a volte addirittura psichedelici, che è questo ascolto. È come se i Cacao Mental volessero far convivere i suoni della città e quelli della giungla amazzonica. L’ anima selvatica, pura, insieme a quella più cittadina, artificiale, che c’è in ognuno di noi. E mi viene da dire che Milano non è mai stata così vicina al Perù.

Mariangela Santella