La parola noise, in un contesto musicale, si traduce con rumorismo. Questo movimento nacque insieme ad altri manifesti culturali quali il futurismo e il dadaismo. Nel corso degli anni si trasformò in varie forme sonore. Tra queste il noise rock, che vide i Sonic Youth come band più rappresentativa del genere (sono chiaramente di parte, perchè sono il mio gruppo di culto).

In questa formazione al basso c’era una grandissima donna di nome Kim Gordon, che dopo lo scioglimento del gruppo e il divorzio dal frontman Thurston Moore, scrisse una bellissima biografia (“Girl in a band”, Ed. Harper Collins. Se non lo avete ancora letto, fatelo), per poi iniziare un nuovo progetto musicale insieme a Bill Nace dal nome Body/Head.

Il nuovo album del gruppo si intitola “The switch”(terzo Lp dal 2013) e proverò a descriverne le sensazioni di un ascolto che consiglio di fare ad occhi chiusi, buio totale, cuffie e spirito di viaggio.

1-Last Time: rintocchi giungono da una gotica cattedrale, ma non sono di campane. Nel regno del controllo inizia la giornata e la sacerdotessa Kim distorce parole di libri sacri di oscure religioni.

2-You Don’t Need: inizia il cammino verso il lavoro, lento e inesorabile nella sua obbligatorietà. Richiami aerei alla marcia, cadenzati da uno straziante invito all’omogeneità, con un cantato che vorrebbe librarsi, ma è costretto dalla resa imposta: parole come slogan zittiti.

3-In the Dark Room: si svegliano gli uffici e le officine, i forni iniziano ad andare in temperatura, i neon friggono intermittenze, le connessioni riempiono i cavi di dati. Il mostro si sta ricomponendo ed è pronto a inghiottire le umane genti.

4-Change My Brain: il viaggio di ritorno sono orecchie in cui ancora rimbalzano i suoni, come ricordi difficili da dimenticare. Ci si vorrebbe abbandonare a una melodia che non riesce a staccarsi dal reale. Ritorna la voce della ribellione, ma ora è la stanchezza della folla che non riesce ad elevarla a canto liberatorio.

5-Reverse Hard: arriva la notte, ma non porta né pace, né riposo, né sogni. È il suono di ciò che potrà accadere, non la gioia della fine.

Un bacio virtuale a Kim Gordon e un plauso alla sua coerenza musicale, in tempi in cui le idee e i credo cambiano con troppa velocità e leggerezza.

Massi Marcheselli