Con la pubblicazione della sua terza opera da solista, Bill Ryder-Jones si lascia completamente alle spalle le sonorità britpop dei suoi esordi da chitarrista dei Coral, ormai distanti anni luce. “Yawn” è, infatti, un album dalle tonalità autunnali: una raccolta di ballate in bilico tra folk e alt-rock, in cui l’autore si mette a nudo per offrire all’ascoltatore scorci di vita privata ed emozioni intense.
L’avvio è di quelli che lasciano il segno (There’s Something on Your Mind). Battiti slowcore alla Low, pochi arpeggi di chitarra, la voce di Bill Ryder-Jones che sussurra poche parole e poi un’improvvisa deflagrazione in territori shoegaze, con un muro di chitarre distorte.
Ugualmente abrasiva e carica di emozioni è Mither. Uno dei passaggi più neri ed emozionanti dell’album (“I have this dream where I’m alive / And each day I forget / What it’s like to be dead”) lascia il cantante senza parole e cede il ruolo di protagonista alle chitarre, per dare sfogo a un grido liberatorio.
And Then There’s You concilia perfettamente il nuovo, intimista, Bill Ryder-Jones, con le sue origini britpop. L’unica canzone dell’album ad avere un vero e proprio ritornello, dimostra come l’ex-chitarrista dei Coral non abbia affatto perso la capacità di creare, in un gioco di parole, versi da cantare a squarcia gola (“Mi mistrust / My mistress / Take me home again”).
Mentre ci conduce tra ricordi di relazioni chiuse (Time Will be the Only Saviour) o amori sul punto di nascere (Don’t be Scared, I Love You), la vera costante dell’album è la voce di Bill Ryder-Jones. Sussurrata come in un orecchio, fragile eppure calda. Una voce che riesce a stabilire una connessione diretta e personale tra cantante e ascoltatore, ed è senza dubbio uno dei punti forti dell’album.
Si tratta di un lavoro che cresce con ogni ascolto. In prima battuta, risaltano maggiormente le canzoni più elettriche (le già citate There’s Something on Your Mind, And Then There’s You, Mither). Ai primi ascolti, invece, la monocromia rischia di far calare l’attenzione nei pezzi più acustici e generare qualche sbadiglio (come forse suggerito con una strizzata d’occhio dal titolo “Yawn”?). Eppure, ascolti ripetuti rivelano dettagli che possono passare inosservati in canzoni solo all’apparenza semplici, come la bella (e devastante) Recover, John e No One’s Trying to Kill You.
In definitiva, “Yawn” è un album con tonalità seppia, carico di malinconia e bellezza, relazioni e rotture. Un album che allo stesso tempo può far piangere o confortare, soffrire o sognare. I Galaxie 500 non sono poi così lontani. Forse non tutti avranno voglia di mettersi in gioco con quest’album e il suo carico emozionale. Se aprirete le vostre orecchie a Bill Ryder-Jones, però, potrete star certi di ricevere in cambio la compagnia di un amico per passare i lunghi pomeriggi invernali e aspettare con nuove speranze la primavera.
Ugo Taddei
Compra Yawn di Bill Ryder-Jones su Amazon