CroppedImage170170-Ben-Harper-Call-It-What-It-IsBen nove anni sono passati da “Lifeline”, ultimo lavoro del musicista californiano in compagnia della sua band storica: The Innocent Criminals.
Era il 2007 e questo ritorno suona un po’ come quando Springsteen aveva ritrovato la sua E Street Band dopo un decennio ed aveva poi pubblicato “The Rising”…anche per Harper questo “Call It What It Is” suona un po’ come una rinascita dopo anni di sbandamenti vari fra dischi con altre band, con miti quali Charlie Musselwhite o con la mamma.

Come suona questo album? Suona esattamente come un disco di Ben Harper and The Innocent Criminals, tanto che c’è quasi il “rischio” di risultare una specie di greatest hits senza pezzi vecchi ma con undici nuove gemme da aggiungere ai futuri show.
“When Sex was Dirty” prende in prestito un riff dagli Stones, “Deeper and Deeper” acusticheggia che è un piacere, la title track è un bluesaccio di protesta già candidato a diventare un pezzo forte della band, “How Dark is Gone” riscopre i bonghi già utilizzati nei lavori degli anni Novanta, “Shine” va di organetto seventies, “All That Has Grown” lascia Ben libero di gigioneggiarsi con la slide, “Pink Balloon” riscopre il grezzume rock, “Finding Our Way” il reggae, “Bones” l’utilizzo del falsetto, “Dance Like Fire” ha un ritornello killer, “Goodbye to You” manda a nanna tutti facendo piangere i cuori.
Bentornati criminali.

Andrea Manenti