Bedroom Eyes: occhi da camera da letto, gli occhi al naturale, gli occhi nell’intimità più privata, occhi stanchi, occhi che rimuginano sulla giornata e, giornata dopo giornata, sulla vita. Gli occhi, l’espressione che si ha in camera da letto è la più sincera, a tratti gioiosa, illuminata, a tratti cupa e buia.
“Honeysuckle”, secondo lavoro per la neonata band (il primo album “What Are You Wrong With” risale all’estate dello scorso anno) di Boston, Massachusetts, stampato in versione limitata di sole duecento copie (per tutti gli altri esiste sempre internet), racchiude per l’appunto nelle sue dieci tracce luce e buio, entrambi ben rappresentati dai due strumentali “(Highsummer)” nel lato A e “(Deepwinter)” nel lato B.
Il resto della scaletta, fra fuzz e distorsioni, memore dei migliori nineties, regala l’intera gamma delle emozioni umane.
Forse ancora un po’ troppo legati ai modelli (il rumore bianco di Sonic Youth e Smashing Pumpkins ma anche quello più contemporaneo degli A Place to Bury Strangers, la voce purtroppo sempre al di sotto degli strumenti tipica dell’ondata shoegaze, il pop ribelle dei primi Placebo), ma matureranno.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.