Temple è il quinto disco in studio dei Thao & The Get Down Stay Down, disponibile dal 15 maggio 2020 via Ribbon Music/Domino. Arriva a 4 anni dallo scorso A Man Alive,
Quest’ultimo disco ella band di San Francisco è stato prodotto dalla stessa Thao Nguyen ed è stato mixato da Mikaelin “Blue” Bluespruce (Solange, Carly Rae Jepsen, Mariah Carey): «Blue è coinvolto nel mondo del pop e dell’hip-hop ed è ciò che stavo cercando – dichiara la frontwoman – Maggiore fedeltà, più beat upfront e coinvolgenti mix pieni di groove, alti alti, bassi bassi, toni lussureggianti». Il disco infatti non è da considerarsi in linea con i precedenti lavori, avendo messo da parte il rock che, come dice la nota stampa, «non è più in grado di dire quello che la cantautrice ha bisogno di esprimere».
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Temple tratta di amore e consiglia di vivere la propria vita al meglio delle proprie possibilità. Non a caso arriva dopo il faticoso ma liberatorio coming out della Nguyen (e il successivo matrimonio con la compagna); il motivo era evitare l’allontanamento dalla sua famiglia e dalla cultura (vietnamita) a cui appartiene. «Credo che questa vergogna abbia reso il mio lavoro “generico”, quando ho sempre voluto renderlo “specifico” – continua nella press – Questo album è sull’essere finalmente “specifici”. Quando ascolti la mia musica, voglio che si sappia con chi si ha a che fare».
Ad anticipare l’album, il singolo Temple, guarda il video qui sotto
Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.