
Niente foto per Josh T. Pearson
Per raccontarvi questa edizione del Siren Festival, dobbiamo cominciare dalla sua fine. È domenica mattina. Nella piazza di Vasto, davanti alla chiesa di San Giuseppe c’è una lunga fila silenziosa e composta. Nessuno è venuto per la messa che si sta tenendo all’interno. Siamo tutti qui per un’altra funzione, celebrata con una chitarra e con la voce di un uomo venuto dal Texas. Lui è Josh T. Pearson, e quello che sta per cominciare è il concerto più intenso del Siren Festival 2016, la perla della Sirena.
Tutte le panche sono occupate, così come gli spazi che non siano la navata centrale, la porta della chiesa è aperta e le persone affollano le scale di ingresso. C’è il popolo del festival, ma anche gente di Vasto, turisti, famiglie. Tutti raccolti per ascoltare Pearson. Lui ci scherza su: “Capisco non abbiate di meglio da fare in un paese così piccolo…”. Parla molto fra un brano e l’altro, a Josh piace scherzare nonostante canti canzoni di una malinconia struggente. La sua voce potente, chiara, risuona fra le vetrate della chiesa: è una voce da predicatore, da cantante gospel del deserto. “Don’t cry for me babe, you’ll learn to live without me / ‘Cause I’m off to save the world / I’m off to save the world“, canta in Thou Are Loosed e dichiara la sua missione e la sua condanna. Si è tagliato i capelli, ma non basta un taglio ordinato per celare uno spirito tormentato. Gli anni passati dopo lo scioglimento dei Lift to Experience sono stati pieni di vagabondaggi per l’America, vivendo di espedienti e di musica. L’aria dell’Europa, dove si è trasferito qualche anno fa, non ha cancellato la polvere sui suoi stivali né sbiadito l’intensità delle sue canzoni. Al contrario, Berlino è stata lo scenario dove i brani di Last Of The Country Gentlemen hanno preso forma, il punto di partenza della sua carriera da solista.
Tutta la strada fatta fin lì, fino a questa domenica d’estate a Vasto dove ci siamo incontrati, si sente. E diventa incredibilmente emozionante quando ci propone una nuova canzone, Still Born To Rock, che parla di bambini mai nati, di donne perdute, di inquietudine e urgenza di vivere, di devozione alla musica sopra ogni cosa. Mentre ci canta di tutto questo, Pearson piange. La sua interpretazione è talmente intensa, onesta, potente che nessuno muove un muscolo, rapito. Sappiamo tutti che stiamo vivendo un momento unico.
In chiusura, Josh racconta una battuta sporca su Willie Nelson e suona un gospel che gli aveva fatto conoscere proprio lui, By The Rivers of Babylon. Poi ringrazia tutti e ci fa una foto ricordo. Noi usciamo dalla chiesa ipnotizzati dai suoi arpeggi, dalla struttura delle sue melodie e dalla purezza della sua musica.
GLI INGREDIENTI PER UN FESTIVAL PERFETTO

Calcutta duetta con Niccolò Contessa @ Siren Festival 2016
Non poteva esserci conclusione migliore per questo festival prezioso, nel cuore dell’Italia. Perfetto per molteplici aspetti: la location, per cominciare. La scelta di Vasto, cittadina tranquilla affacciata sull’Adriatico, regala lo spazio perfetto per vivere tre giorni di musica in ogni sua dimensione, dal main stage in piazza del Popolo (grande ma non grandissimo), ai palchi medi o inusuali come il Cortile del Palazzo D’Avalos, la Porta San Pietro sul lungomare, il soave Giardino D’Avalos con vista sulla costa fino alla terrazza di una casa in paese. Vasto ha offerto ogni sua parte per accogliere il festival, dando l’opportunità unica di vivere da vicino la musica dal vivo e creando un gustosissimo corto circuito fra vita di provincia e dimensione internazionale.
La spina dorsale la fornisce, ovviamente, la proposta artistica, che alterna grandi nomi internazionali e nazionali della scena “alternative rock” in senso ampio (Editors, Notwist, Thurston Moore, I Cani, Calcutta), a nuove proposte (Motta, Cosmo, Joan Thiele, Pop X) o perle per intenditori, appunto, come Pearson o Adam Green. Varietà compatta, in una dimensione sempre comunque raccolta, non c’è dispersione al Siren Festival, né spaziale né contenutistica.

Adam Green @ Siren Festival 2016
Il pubblico c’è, riempiamo la piazza e le strade del paese, ma nella giusta misura per sentirsi in tanti senza percepirne i disagi. Funziona bene tutto per tutti. In questo l’organizzazione di DNA Concerti ha fatto le scelte giuste, offrendo servizi come la navetta gratuita per collegare il paese a Vasto Marina, stand con cibo squisito (non esiste la parola BASTA se si parla di arrosticini), e un sistema di token per facilitare il consumo di cibo e bevande.
Tutti questi ingredienti restituiscono un’atmosfera accogliente, intima, piacevole, ricca di volti sorridenti: sembra di essere venuti in vacanza al mare con la propria grande famiglia di amanti della musica. E come in ogni festival che si rispetti ci si sente subito tutti uniti, in forza di questa passione condivisa.
Così non ci sembra affatto strano cantare a pieni polmoni Cosa mi manchi a fare di Calcutta abbracciati a perfetti sconosciuti, ballare Papillon degli Editors insieme ai fotografi, bersi una birra con Joan Thiele parlando della sua chitarra o commentare il concerto de I Cani con il loro bassista Valerio Bulla. Per non parlare della chiacchierata a pranzo con Josh T. Pearson chiusa con un abbraccio pieno di gratitudine. La festa di chiusura in spiaggia nel pomeriggio con barbecue e DJ set è l’esatta rappresentazione di questo weekend: pubblico e artisti insieme in una festa estiva fra amici. Bellissimo.

Editors @ Siren Festival 2016
VENERDÌ 22 luglio 2016
Per noi il festival comincia con Calcutta in Piazza del Popolo, che scalda la folla con il suo Mainstream, alternando pezzi dal primo album come Abre Magique a brani nuovi come Oroscopo. In chiusura ci regala una versione acustica di Cosa mi manchi a fare insieme a Niccolò Contessa de I Cani. Passiamo al Cortile del Palazzo D’Avalos dove suona Adam Green accompagnato dai Coming Soon, una band francese con cui sta lavorando live negli ultimi tempi. Adam è vulcanico, strampalato, non convenzionale: salta da una parte all’altra del palco col suo sorriso serafico mentre canta Dance With Me. E noi divertiti saltiamo e cantiamo con lui. A chiudere la giornata ci pensano gli Editors, con un’ora e mezza di concerto in cui Tom Smith e sodali hanno dato tutto: grande suono sul palco, energia travolgente, la scaletta è passata come un treno fra Bones, Munich, A Ton of Love, per farci prendere respiro solo con una cover piano e voce di Dancer in the Dark di Springsteen e chiudere in bellezza con Papillon. Siamo ancora tutti troppo elettrizzati per andare a dormire e chiudiamo la serata alla Siren Jäger Beach dove Clap! Clap! mette in piedi un DJ set esplosivo. Bravo.

The Thurston Moore Group @ Siren Festival 2016
SABATO 23 luglio 2016
Il vantaggio di fare un festival al mare è che il giorno dopo ci si può rilassare in spiaggia, e così ci piazziamo per tutto il giorno sotto gli ombrelloni del Lido Sabbia D’Oro (convenzionato con il Siren), fra bagni, pisolini e birrette fresche in attesa di ricominciare la giostra dei concerti verso sera. Quando saliamo in paese per assistere alla presentazione di Superonda di Valerio Mattioli scopriamo che la timetable è in ritardo a causa di un matrimonio (cose che succedono se il festival è intrecciato con la vita del paese). Al tramonto ascoltiamo la promettente Joan Thiele insieme agli Etna nella bellissima cornice del Giardino D’Avalos (un angolo di paradiso). Non ci tratteniamo molto perché The Thurston Moore Group comincia a suonare nel Cortile del Palazzo. Sempre supersonico e potente, Thurston dedica una canzone agli sposi che si sono lamentati durante il suo sound check nel pomeriggio (che ci vuoi fare Thurston, this is Italy!).

Notwist @ Siren Festival 2016
È il turno dei Notwist che eseguono tutto Neon Golden, precisando: “Lo suoneremo come suoniamo oggi”, e suona davvero benissimo anche così. Prima de I Cani ci godiamo dieci minuti a sorpresa di Josh T. Pearson sul vertical stage (un balcone di una casa lungomare) per poi chiudere in bellezza la serata saltando sotto palco e cantando Lexotan, Come Vera Nabokov, Post Punk, FBYC (Sfortuna), Calabi-Yau, Non finirà, I pariolini di diciott’anni… insomma la crema dei tre dischi de I Cani. Anche senza avere dietro i visual tanto importanti per i loro live, Contessa & Co. rendono al massimo e sono sempre travolgenti. La serata doveva chiudersi con Gold Panda, ma purtroppo ha cancellato la data per motivi di salute. Poco male, ci gustiamo il fresco della sera sdraiati sull’erba del Giardino D’Avalos in compagnia di una birra e degli amici.

I Cani @ Siren Festival 2016
Tirando le somme di questa esperienza ci sentiamo pienamente soddisfatti, per quello che abbiamo ascoltato, vissuto e gustato. Il Siren Festival è stata una vera rivelazione e nel panorama dei Festival italiani merita di occupare il podio, secondo solo all’eccellente Ypsigrock. Salutando la Marina di Vasto dopo un fantastico hamburger di Ventricina, siamo convinti che sia un arrivederci alla prossima edizione. Ci vediamo l’anno prossimo, Sirena.
A cura di Francesca Arceri

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.