Era il 2018 quando il disco di debutto di cinque ragazzini di Londra, unito al secondo acclamato lavoro degli Idles, “Joy As An Act Of Resistance”, aveva illuso il popolo del rock di un possibile, ennesimo ritorno alle melodie distorte nei piani alti delle classifiche mondiali. Le cose non andarono esattamente così, ma c’è da riconoscere che i già citati Idles, gli stessi Shame e una band che sarebbe arrivata di lì a poco dall’Irlanda, i Fontaines D.C., ci sono andati dannatamente vicino.

Da quel folgorante esordio sono passati cinque anni e la band di Charlie Steen è già al terzo lavoro. A partire dalla copertina (nessuno si è accorto del richiamo ai Blur di “Leisure”?!, sembra che questo “Food For Worms” voglia riappropriarsi di quel passato puramente britannico che nel secondo album, “Drunk Tank Pink”, era stato messo un po’ in disparte a favore di un sound manco troppo velatamente americano.

Eccoci quindi di fronte a dieci canzoni che mescolano con grande efficacia il solito post-punk debitore dei Fall di Mark E. Smith (il loro vero marchio di fabbrica), con atmosfere sognanti ed epiche che richiamano alla mente le cavalcate degli Stone Roses: sentire per credere brani come l’iniziale Fingers Of Steel, Yankees, Adderall e Burning By Design. Non mancano le ballad fra il gusto melodico di un Pete Doherty e il minimalismo dei Velvet Underground (sì, lo so che sono americani… ) come Orchid e la conclusiva All the People. Marcatamente più ortodossi nel sound i due macigni Alibis e The Fall Of Paul. Più affascinante e inaspettato l’hardcore punk in salsa Red Hot Chili Peppers anni Ottanta di Six-Pack, così come l’avventuroso viaggio fra diversi stili di rock di Different Person. Un’ottima conferma.

Andrea Manenti