Il tuo debutto solista arriva a 16 anni dagli esordi con gli Iceage e a tre dall’ultimo disco con la band. Da cosa è nata, dopo tutto questo tempo, l’esigenza di fare tutto da solo?
Era il 2021, eravamo in piena pandemia, e per la seconda estate di fila non ci era possibile andare in tour con gli Iceage, perché la situazione non permetteva concerti di quel tipo. Ero stanco di non poter fare ciò che faccio di solito e non volevo rimanere seduto ad aspettare, così ho iniziato a girare l’Europa da solo con una chitarra acustica e a suonare ovunque mi venisse permesso. E’ stato allora che ho iniziato a scrivere quello che poi sarebbe diventato “Heavy Glory”. Scrivendo da solo, in viaggio, mi sono reso conto che quello che stava uscendo non era un album degli Iceage. Sentivo il bisogno di dare vita a un nuovo progetto per esprimermi da solo, ma gli Iceage sono ancora vivissimi. Una cosa alimenta l’altra. Quando ho finito di scrivere il mio album solista, sono rimasto in uno stato di iperproduttività e ho continuato a scrivere sia per la band e che per me stesso.
In “Heavy Glory” prevale un approccio minimale rispetto agli Iceage, una sorta di cowpunk cantautorale. Chi e che cosa ti ha ispirato?
Tutte queste canzoni sono state scritte inizialmente per essere suonate in modo essenziale, solo chitarra e voce. Quando scrivo con la chitarra acustica emergono in modo naturale la radici più profonde della mia musica. L’album è pieno di ispirazioni, ma non presto mai molta attenzione alle mie fonti. Ho cercato soltanto di dare suono e parole a qualsiasi cosa stessi provando, una testimonianza fedele della mia vita in quel momento.
Oltre che musicista sei anche poeta. Nei nuovi brani i testi giocano infatti un ruolo da protagonista. Non è un caso che tra i featuring compaia anche Joanne Robertson, anche lei poetessa e scrittrice. Com’è nata questa collaborazione?
Joanne è un’amica da molti anni, con gli Iceage abbiamo trascorso delle fantastiche serate a casa sua a Glasgow bevendo vino e chiacchierando davanti al camino. Proprio mentre ero in studio per completare l’album, lei si trovava a Copenhagen. Avevo immaginato una voce femminile in alcune canzoni. Ora non potrei immaginare una voce diversa dalla sua, dev’essere stato il destino.
Questa sera, 1 dicembre 2024, suonerai all’Arci Bellezza di Milano. Proprio a Milano è girato il tuo video di Like Lovers Do. Ci racconti di questa esperienza? Perché avete scelto Milano? Hai qualche legame con questa città?
Ho registrato il video di Like Lovers Do con il mio amico Kasper Miz. Abbiamo degli amici a Milano e l’anno scorso abbiamo trascorso delle giornate selvagge in città, restando svegli per circa quattro giorni. Ci andava solo di tornarci, senza sapere esattamente cosa ci saremmo portati dietro. Le uniche cose che avevamo erano una videocamera e una macchina da karaoke economica che avevamo attaccato con del nastro adesivo a un carrellino. Poi abbiamo corso in giro per la città a cacciarci nei guai. Milano è bellissima e abbiamo pensato che fosse divertente non nasconderci, ma suonare in mezzo ai turisti.
Dean Blunt / Joanne Robertson – Backstage Raver
Pharmakon – Maggot Mass
Fine – Rocky Top Ballads
Yung Lean / Bladee – Psykos
Progetti futuri? Ti concentrerai sul progetto solista o qualcosa bolle in pentola in casa Iceage?
Al momento sto scrivendo per tre dischi contemporaneamente, succederanno molte cose su diversi fronti. Ci saranno novità!
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Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.