Cambio di direzione per i Porridge Radio. A due anni di distanza da quell’ “Every Bad” che ha consentito alla giovane band di Brighton di farsi conoscere in tutto il globo grazie alle classifiche di fine anno che li vedevano presenti un po’ ovunque, Dana Margolin e soci tornano con un lavoro dal sound più soffice e dal mood più maturo e ragionato.

Sebbene la leader non abbia lasciato alle spalle i tormenti dell’anima di cui ogni brano è tutt’ora impregnato, l’impostazione della voce si allontana un po’ dalla ruvidezza angelica di un Jeff Buckley (ascoltatevi la splendida Lilac dall’album precedente) a favore di melodie e ritmiche maggiormente incentrate sul bel canto, comunque emozionale, ad esempio di un Morrissey. Inoltre anche il sound non è più legato visceralmente alle chitarre, ma vede anche una grande partecipazione della tastiera.

In ogni caso i brani ci sono e sono molto belli. Dal primo singolo uscito già a febbraio Back to the Radio, inizio in feedback, chitarrone distorto, ricami tastieristici giocosi e un’ottima melodia, all’inno da cantare a squarciagola in concerto Birthday Party, con quel suo ritornello ossessivo alla Fontaines D.C. che recita «I Don’t Wanna Be Loved». Dall’emozionante tripletta emotiva formata da Rotten, U Can Be Happy If U Want To e Flowers, alla ballad alla Smashing Pumpkins Jealousy, dalla disco sui generis di The Rip alla chiusura acustica della title track. Un lavoro diverso, ma pur sempre una conferma chiara e forte.

Andrea Manenti