Torna anche Dana Margolin, meglio conosciuta con il moniker Porridge Radio, che poi è un vero e proprio, quanto consolidato, collettivo. Incidono per la blasonata Secretly Canadian e pubblicano in questi giorni autunnali il loro settimo album sulla lunga distanza e il terzo da quando le cose si sono fatte più serie.

“Clouds In The Sky They Will Always Be There For Me” sarà forse il disco di una meritata consacrazione ai piani alti anche in termini di riscontro, dopo aver conquistato lodi dalla critica di settore con il precedente disco uscito nel 2023. Dana ha un talento cristallino e meriterebbe palcoscenici su larga scala, ma questo è un vecchio quanto noioso discorso.

Passati i fasti del primo periodo condito da canzoni più sperimentali, la songwriter inglese si è spostata verso una scrittura più rotonda e popolare, smussando gli spigoli per lasciare spazio a melodie più accessibili, probabilmente necessarie per un auspicabile salto in avanti. La stessa vocalità, sgrezzandosi con il passare delle stagioni, ha raggiunto una ragionevole maturità, pur mantenendo quell’attitudine punk senza fronzoli delle prime cose.

Sebbene i Porridge Radio siano ancora giovanissimi, questo nuovo progetto potrebbe essere annoverato come il cosiddetto disco dell’età adulta, che arriva silenziosamente per rimanere.
Canzoni più che maggiorenni, che vanno dritte all’obiettivo. Raffinate e quel minimo sofisticate per non ripetersi, ma aggiungere un ulteriore tassello al mosaico. Si ascolti per esempio l’ottima filastrocca di Sleepwalker o l’introspettiva e toccante Wednesday.

Il ritmo si spezza in uno dei singoli, Hole In The Ground, che regala una prima parte assopita per entrare in un ritornello da marchio di fabbrica, diretto e pieno di parole. O la successiva Lavender Raspberries, che con i bpm più rallentati mantiene lo stesso disegno di composizione. L’altro singolo, Sick Of The Blues, condivide quell’attitudine pop sui generis e sfocia nell’originalità, con un piccolo wall of sound volutamente estremizzato.

Un disco che richiede qualche ascolto in più, pur continuando il percorso della raccolta che lo ha preceduto. Un grande ritorno per uno dei progetti più interessanti da un pò di tempo a questa parte.

Fabio Campetti