Folk pop cantautorale elettronico scomodo. Gli aggettivi venuti in mente dall’ascolto delle quattro canzoni componenti l’esordio del duo milanese nato dall’unione artistica tra Annaluisa Giansante (in arte Annalu) e il cantautore e produttore Francesco Adessi, sono questi cinque.
L’EP, che anticipa un album che vedrà la luce questo autunno, ha sicuramente una grande forza caratteristica, una grande personalità.
Si inizia con la title track, la canzone da cui tutto ha avuto origine, così intitolata non a caso perché del quartiere di cui è originaria Annalu (ovvero Mezzo Preti) si parla: chitarre sghembe e cassa dritta + testo frizzante. Subito dopo è il turno di “Wow”: il singolo più radiofonico con il ritornello super hype “non c’è niente che mi faccia dire wow”. I ritmi si tranquillizzano con “Canzone d’amore per una puttana” che è appunto ciò che il titolo promette: romantica e politicamente scorretta. Per finire una cover di “Forma e sostanza” dei CSI dove sembrano combaciare le anime di Angela Baraldi e de Il Pan del Diavolo.
Forse proprio un wow non m’è uscito, ma un bel sorriso sì!
Andrea Manenti

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.