Avete presente quando un forte malessere vi prende alla bocca dello stomaco, vi tormenta e non vi lascia? E l’ansia cresce, si espande in tutto il corpo e non c’è apparentemente nessun motivo, nessuna spiegazione all’origine? E questo non fa che causare ulteriore panico e spaesamento? Ecco, ora immaginate di fare esplodere il bolo emotivo che genera questa contorsione di sofferenza. Ci siete? Bene, quella è GRANDINE, scritto così, in caps lock, uno dei pezzi più belli del primo disco (dopo una serie di EP sotto vari moniker) del poliedrico artista pesarese Guido Brualdi.
“ESTINZIONE 666” è stato pubblicato da Miacameretta Records, ma non si tratta di un semplice disco, è parte infatti di un progetto più ampio accompagnato da una stupenda opera a fumetti, di cui alleghiamo di seguito alcune tavole. Guido infatti è un fumettista che fa il cantautore o un cantautore che fa il fumettista, deve ancora decidere, e forse, fortunatamente, non deciderà mai.
Come è facilmente intuibile dal titolo, il mood non è dei più felici, del resto mai un disco fu più allineato con lo stato dell’umanità come “ESTINZIONE 666” con l’anno di grazia 2020 (e il 2021 non è cominciato molto meglio). Non temete, non si parla solo di esseri umani, ma anche e soprattutto dei disastri che questi causano, tragedia ecologica ed egoismo, annientamento della vita e forti disagi personali.
Il disco è stato registrato in autonomia e solitudine, con pochi mezzi e tante idee, nondimeno suona pieno, deciso, autosufficiente, appunto. Il tema ricorrente di ogni pezzo è la chitarra acustica, utilizzata a volte in loop distorti e viscerali, altre come semplice accompagnamento. Facile individuare momenti più intimi alla Mount Eerie o sfuriate dolenti alla Grant Hart solista, che l’utilizzo dell’italiano avvicinano peraltro a certi Verdena.
Guido è senza dubbio un messaggero dell’apocalisse, ma un messaggero molto dolce e sensibile, a tratti fragile. È un piacere sentirlo suonare e raccontare le sue canzoni e le sue tavole, anche se guardando dalla finestra si può scorgere il Nulla che avanza inesorabilmente. A differenza dello Gmork della Storia Infinita, però, Guido prova a resistere e lo fa scrivendo e disegnando, disegnando e scrivendo.
Certamente uno dei dischi più belli del 2020 666.
Carlo Pinchetti

Mi racconto in una frase:
Campione d’istituto di ping pong in prima media, distrattamente laureato in Filosofia, papà, scrivo canzoni con la chitarra e le canto.
I miei tre locali preferiti per vedere musica:
Ink Club (Bergamo), Biko (Milano), Bloom (Mezzago)
Il primo disco che ho comprato:
Nirvana “Bleach”
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Nirvana “Bleach”
Una cosa di me che penso sia inutile ma ve lo racconto lo stesso:
A 14 anni sono stato selezionato per l’All Star Game del camp estivo di basket dell’Università di Syracuse, ma non ho potuto giocarlo perché avevo l’aereo di ritorno.