Era da diversi mesi che non riuscivo più a trovare un album in grado di farmi dire “wow”, capace di prendermi così tanto da riascoltarlo cinque volte consecutive per non lasciare andare via le svariate sensazioni portate dall’istante in cui ho fatto partire la prima canzone. In un periodo dove la possibilità di tornare sotto il palco mi sembra così lontana, in cui in alcuni momenti ho quasi l’impressione di aver ormai dimenticato l’adrenalina di un concerto, “Venti” è riuscito a ricordarmi quanto è bello trovarsi tra le persone e pogare, saltare, muoversi, ballare, ascoltare dei bei riff di chitarra live e gridare a squarciagola parole su parole che si, appartengono a qualcun
altro, ma che lentamente, quando si spengono le luci della sala, diventano di tutti.
“Venti”, il nuovo EP dei Garda 1990 (trio emocore nato a Bologna e composto da Davide Traina, Lorenzo Atti e Albrecht Kaufmann), contiene solo cinque canzoni, ma ognuna rivela una grande intensità e un sound molto potente che in diversi brani aumenta ulteriormente grazie a dei crescendo ben pensati. In generale, dal primo all’ultimo pezzo c’è unità nello stile. La voce di Davide Traina viene sommersa in molti casi dal riverbero degli strumenti, ma le parole che si nascondono all’interno della melodia e che creano con essa un legame indissolubile sono una caratteristica che rende immediatamente riconoscibile il sound della band.
Un EP completo, coinvolgente, dal quale senza dubbio emerge la grande capacità tecnica del trio e l’intensità dei testi, che colpisce sempre di più riascoltando le canzoni; uniti, questi elementi formano degli ottimi punti di forza. È certo impossibile prevedere che piega prenderanno i prossimi lavori della band, ma dopo un EP del genere il mio consiglio è quello di tenerli d’occhio e, sicuramente, quando sarà possibile, andare sotto palco a sentirli.
Lucrezia Lauteri
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Mi descrivo in una frase: Instancabile lettrice, appassionata di anni ‘80.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Monk (Roma), Largo Venue (Roma), Le Mura (Roma).
Il primo disco che ho comprato: Un “Best Of” degli Iron Maiden
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Cure – The Head on the Door
Una cosa di me che penso sia inutile ma ve la racconto lo stesso: Ho un’ossessione per le biografie ed i dettagli inutili delle vite degli artisti.