Segrate, domenica 6 novembre 2016
Ho visto il futuro del rock’n’roll e il suo nome è Ezra Furman. David Bowie, Bob Dylan, i Clash del periodo London Calling. Questi sono i nomi che mi vengono in mente durante l’esibizione del trentenne dai capelli blu di origine ebraica che mi trovo di fronte. I nomi fatti (e che nomi!) non significano però che il nostro sia solo uno spudorato giovincello in preda al rifacimento di classici senza tempo: Ezra ha infatti il dono, spesso purtroppo sottovalutato, dell’originalità e riesce a far sua ogni nota che suona, suo ogni vocalizzo che gli esca di bocca, suo ogni ammiccamento, fra il triste e lo sfacciato, al pubblico. Un’ora e mezza di show, ventidue canzoni e una band (i Boyfriends: batteria, basso, chitarra/tastiera e sax) di amici e ottimi musicisti, riescono a emozionare anche il più restio degli ascoltatori.
La serata inizia, dopo una simpatica mezz’oretta di entertainment ad opera del cantautore punk camuno Il Re Tarantola, con una cover di “Ocean of Tears” della cantante soul Big Maybelle: la perfetta entrata in scena che accende subito l’entusiasmo grazie alla voce fra il frustrato, l’urlato e la dolcezza del frontman, il quale si presenta in maglietta attillata, gonna, calze a rete e sorriso impertinente. La scaletta scorre che è un piacere fra nuovi brani dall’appena uscito EP “Big Fugitive Life”, canzoni bellissime dal piccolo grande capolavoro “Perpetual Motion People”, pezzi dall’esordio solista “Day of the Dog” e persino la ripresa, chitarra acustica e voce, di “Wild Rosemarie” dalle origini con gli Harpoons. Giunti a fine serata, c’è ancora tempo per una seconda cover e con “Where Eagles Dare” dei Misfits il punk prende un’anima. Che altro dire? Il mio è solo un suggerimento fatto col cuore. Andatevi a cercare gli album di questo eccezionale ragazzo ed innamoratevi di canzoni quali “Teddy I’m Ready”, “Body Was Made” o “I Wanna Destroy Myself”… Non rimarrete delusi!
SCALETTA: Ocean of Tears (Big Maybelle cover) / Anything Can Happen / Haunted Head / Tip of a Match / Little Piece of Trash / Day of the Dog / And Maybe God Is a Train / My Zero / Pot Holes / Ordinary Life / Penetrate (Ezra solo chitarra elettrica e voce) / Wild Rosemary (Ezra solo chitarra acustica e voce) / Restless Year / At the Bottom of the Ocean / Walk On in Darkness / Can I Sleep in Your Brain? / Body Was Made / Lousy Connection / Tell’em All to Go to Hell / Teddy I’m Ready / I Wanna Destroy Myself // Where Eagles Dare (The Misfits cover)
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.