dead visions a sea of trouble

“A Sea of Troubles” è l’album d’esordio dei Dead Visions di Francesco Mandelli. Il disco, registrato da Alberto Ferrari dei Verdena, è uscito per Slimer Records sia nella versione vinile che in digitale. La formazione, che si divide tra Toscana e Lombardia, è riuscita a sfornare un lavoro davvero diretto e graffiante anche grazie alla registrazione su nastro completamente in presa diretta.

L’album si apre con Dust, epica cavalcata dai richiami “stoogesiani”, che passa la palla a To Love Who Burns, brano schietto e sincero con rimandi rockabilly. Il nome della band dà il titolo alla quarta traccia, un vero e proprio inno che incita le masse di rockers a gridare a squarciagola e all’unisono Dead Visions!

I Got You, brano che racconta la fatica di dedicarsi ad altro oltre che a se stessi, fa da connessione a Creatures of the Night e alle sue squisite tonalità horror punk. Si passa quindi a We Belong to Each Other e Black Seagull, per poi continuare con l’ipnotica Boys & Girls e il punk-country di Death Knocks On My Door, fino alla conclusiva Last Train.

Sono solo 27 minuti, ma credetemi, davvero piacevoli e positivamente “ignoranti”, in cui possiamo toccare con mano “il pericolo e il divertimento della vita quotidiana, tra ferite aperte, cicatrici e ricordi. Ci sono la polvere e l’umidità delle cantine divenute sale prove, l’odore degli strumenti dopo le sudate e le birre rovesciate sopra e i chilometri infiniti per raggiungere locali sperduti”.

Un ottimo lavoro che consiglio caldamente di ascoltare, un cocktail di punk, garage, blues, country, sudore, ossa rotte, cadute e rivincite.

Giampaolo “Gipi” Montalto

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Photo Credit: Iacopo Bigagli