Segrate, 18 febbraio 2017

Raggiungere in un sabato sera il Circolo Magnolia, situato proprio alle spalle dell’aeroporto di Linate, poco fuori Milano, è cosa molto semplice, anche se usi i mezzi pubblici. Capolinea del 73 e poi un tratto a piedi, circa 10 minuti percorrendo un vialetto che costeggia la circonvallazione immersi nella fitta nebbia post giornata di sole, ed è subito film dell’orrore, solo per veri temerari! Ma se il premio al traguardo consiste nel coronare i tuoi sogni da adolescente e rivivere quegli anni di pura spensieratezza al concerto dei The Dandy Warhols, allora rischi tutto!

La sala è quasi piena al mio arrivo, lo sarà definitivamente all’inizio del concerto. La nebbia che circondava il parco del Magnolia sembra essere entrata anche lei all’interno. Il pubblico in sala non è omogeneo, non riesco a calcolare un’età media, si spazia dai neomaggiorenni agli over 50! Con un po’ di ritardo rispetto agli orari stabiliti, il concerto ha inizio poco dopo le 22.30, la band sale sul palco e attacca con un paio di pezzi che servono a scaldare il pubblico che gradualmente inizia a ballare sul posto. Tempo di scaldare la voce ed ecco che parte Get off e finalmente la platea ha quel che voleva, quel vecchio alternative rock made in USA dei primi anni duemila, arricchito da sonorità elettroniche ben più recenti e psichedelico quanto basta.

Il concerto procede tra giochi di luce, intensi momenti di solo strumentale (forse un po’ troppo lenti!) e tanto fumo di scena che stagna sul palco. La band, pur apparendo ancora molto energica e sinceramente appassionata, non tenta l’approccio con il suo pubblico, non lo avvicina, non istiga al fomento, resta distante e l’unico momento di dialogo è un tenero “Grazie!” appena sussurrato dalla tastierista. Mi suggeriscono poi che la band è sempre apparsa così! Superato questo ostacolo mi accorgo che è il pubblico ad animarsi il doppio e a rendersi partecipe, sulle note di We Used to be friends, Bohemian like you e Godless, eseguite tutte d’un fiato una dopo l’altra, la situazione degenera, degli energumeni mi travolgono ma io seguo il flusso. Questo è quello che si può considerare un concerto per soli nostalgici e, sarà colpa delle serie tv americane del decennio scorso e delle loro colonne sonore, l’occasione perfetta e disarmante per rivivere con il magone gli anni del liceo! Quando il concerto volge al termine nessuno vuole crederci, ancora troppi pezzi non eseguiti! Taylor-Taylor torna per il bis, prima da solo, tra chitarre spirituali e vocalizzi, poi con il resto della band che torna sul palco e ci saluta con Boys Better.

Marilena Carbone