Esce a sorpresa “Rosa e Olindo”, la terza canzone estratta dall’album “I Mortali” il primo disco scritto a quattro mani da Colapesce e Dimartino: due dei cantautori italiani della nuova generazione più apprezzati da critica e pubblico.
ROSA E OLINDO non è un singolo, ma un regalo che la coppia di cantautori ha voluto fare al pubblico in un momento difficile per tutti. Una fotografia di questi giorni alienanti.
In questi giorni di isolamento forzato a causa del Coronavirus e la rivolta nazionale delle carceri ha portato nuovamente l’emergenza carceraria ad essere al centro del dibattito pubblico: Lorenzo e Antonio, in tempi non sospetti, hanno deciso di raccontare la storia di una coppia di condannati che dopo avere condiviso tutta la vita insieme si ritrovano costretti a pensarsi a distanza. Il testo prende chiaramente spunto dalla storia di Rosa e Olindo, giudicati colpevoli per la strage di Erba, e li usa come un pretesto per raccontare una storia d’amore universale e totalizzante al punto che la pena della separazione sembra mettere in secondo piano quella del carcere. Non è una canzone su Rosa e Olindo, non vuole essere in alcun modo un’apologia dei reati commessi dalla coppia, il loro nome è usato come un allegoria dell’amore contemporaneo, come se fossero i Dante e Beatrice della cronaca nera.
Colapesce e Dimartino la raccontano così: «Come due veri indagatori dell’incubo siamo sempre più attratti dall’idea dell’amore che persiste anche alle atrocità».
Musicalmente il brano, prodotto da Federico Nardelli e Giordano Colombo, si muove per contrasto sulle corde tipiche della canzone d’amore italiana. Quella dei tempi in cui Morricone arrangiava per Mina. Tra sonorità classiche e contemporanee, in un clash che rende il brano senza tempo.
Ascolta Rosa e Olindo di ColapesceDiMartino:
Questo il testo di Rosa e Olindo “nessuno avrebbe mai scommessoun euro su di noinemmeno tu neanche iodue cuori una condanna nera fine pena maiconfesso io confusa tuche hai spazzato i miei difetti mostri perfettinella testa della gentesparire per sempresì ti dedicherò un pensiero al giornomi sembrava fermo ma è arrivato il ventoche lo ha portato dritto a teche male c’è ad avere piantoti deluderò o forse noo forse nodalla finestra a righeguardo un pezzo di città evaderei ma quando noi –la verità in cenere che brutti corridoile luci al neon che tremano –eravamo già sospetti mostri perfettiche ne sa di noi la gentesparisca per sempresì ti dedicherò un pensiero al giornomi sembrava fermo ma è arrivato il ventoche lo ha portato dritto a teche male c’è ad avere piantoti deluderò o forse noo forse nosì ti dedicherò un pensiero al giornomi sembrava fermo ma è arrivato il ventoche lo ha portato dritto a teche male c’è ad avere piantoti deluderò o forse noo forse noo forse no
Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.
Esce a sorpresa “Rosa e Olindo”, la terza canzone estratta dall’album “I Mortali” il primo disco scritto a quattro mani da Colapesce e Dimartino: due dei cantautori italiani della nuova generazione più apprezzati da critica e pubblico.
ROSA E OLINDO non è un singolo, ma un regalo che la coppia di cantautori ha voluto fare al pubblico in un momento difficile per tutti. Una fotografia di questi giorni alienanti.
In questi giorni di isolamento forzato a causa del Coronavirus e la rivolta nazionale delle carceri ha portato nuovamente l’emergenza carceraria ad essere al centro del dibattito pubblico: Lorenzo e Antonio, in tempi non sospetti, hanno deciso di raccontare la storia di una coppia di condannati che dopo avere condiviso tutta la vita insieme si ritrovano costretti a pensarsi a distanza. Il testo prende chiaramente spunto dalla storia di Rosa e Olindo, giudicati colpevoli per la strage di Erba, e li usa come un pretesto per raccontare una storia d’amore universale e totalizzante al punto che la pena della separazione sembra mettere in secondo piano quella del carcere. Non è una canzone su Rosa e Olindo, non vuole essere in alcun modo un’apologia dei reati commessi dalla coppia, il loro nome è usato come un allegoria dell’amore contemporaneo, come se fossero i Dante e Beatrice della cronaca nera.
Colapesce e Dimartino la raccontano così: «Come due veri indagatori dell’incubo siamo sempre più attratti dall’idea dell’amore che persiste anche alle atrocità».
Musicalmente il brano, prodotto da Federico Nardelli e Giordano Colombo, si muove per contrasto sulle corde tipiche della canzone d’amore italiana. Quella dei tempi in cui Morricone arrangiava per Mina. Tra sonorità classiche e contemporanee, in un clash che rende il brano senza tempo.
Ascolta Rosa e Olindo di ColapesceDiMartino:
Qui tutte le canzoni dei Mortali ad oggi usciti