I Bobby Joe Long’s Friendship Party scrivono testi estremamente colloquiali e pieni di voli pindarici tra una reference e l’altra. Roba che tutto l’universo pop deve solo inchinarsi. Poi prendono ‘sti testi, li mettono in tracce un po’ punk elettronico e li cantano come se fossero Marione er fruttarolo de Piazza Sempione. Ecco, questo è quello fanno: un elettro coatto rock stratificato.
L’album si chiama “Semo Solo Scemi”. Ma questa è una bugia, perché i Bobby Joe Long’s Friendship Party tutto sono tranne che scemi, e ve lo dimostrerò con un loro testo: Aka Lawrence d’Arabia.
Ciao sono Peter O’Toole aka Lawrence d’Arabia
Attraverso il deserto con odio pregresso, con odio represso
Non sbaglio un ciak, miro al Bafta in sella al cammello
Posto su Instagram dune e tramonti
Vaporizzerò le incertezze inebriandomi nella mia bella tenda satura de moka
Aggirerò i turchi alle spalle e prenderò Damasco
Ho incontrato una tipa al porto di Aqaba
Le ho detto: aspetta, vado, sistemo l’ottomano, e poi torno.
E poi ci incontreremo laddove la geopolitica è solo astrazione: impalpabile, incorporea
E tutto sarà la diretta conseguenza di un’univoca intesa
E posteremo in comunione su Instagram dune e tramonti
Lawrence d’Arabia era un agente segreto dell’esercito britannico che nella prima guerra mondiale fu uno dei protagonisti della rivolta araba contro l’Impero Ottomano alleato con Germania e Impero Austro-Ungarico. Vi ho già persi? Ve la faccio semplice: la Gran Bretagna, alleata con Francia, Italia e Russia, è in guerra con Germania, Impero Austro-Ungarico e Impero Ottomano. Gli inglesi allora pensano bene di favorire la rivolta araba per far collassare dall’interno l’Impero Ottomano, definito all’epoca un gigante dai piedi d’argilla.
Come lo fanno? Come sempre agisce il potere dalla notte dei tempi: con l’inganno, il terrorismo (inteso come propaganda della paura in tutte le sue accezioni) e il doppiogiochismo. Uno dei paladini di questa rivolta è proprio Lawrence d’Arabia, che per gli arabi diventa un eroe. Almeno fino a quando non finisce la guerra e gli inglesi non mantengono neanche una delle promesse fatte agli arabi, e iniziano a dividere a tavolino l’immenso territorio dell’impero Ottomano tirando confini e formando stati a loro convenienza e un po’ alla cazzo, fottendosene delle popolazioni indigene e creando i presupposti di un medio oriente perennemente in guerra per tutto il secolo successivo.
Laddove la geopolitica è solo un’astrazione: impalpabile, incorporea.
Su questa storia poi è stato realizzato un kolossal, propagandistico come il 90% dei film, dove Lawrence d’Arabia era interpretato dal bel Peter O’Toole. Capito cosa hanno messo in una sola traccia? Un testo divertente, colto, sarcastico, stratificato, poetico e geniale.
Immaginate cosa c’è in altri testi come Magno, bevo e tifo Roma (curva sud e risorgimento) o Kingkong non è Godzilla (reference pop distanti tra loro ma sapientemente ricamate e ben tenute insieme). Il problema però è che tocca avere gli strumenti culturali giusti per cogliere e apprezzare a fondo il tutto, ma l’80% della gente lì fuori legge un libro ogni dieci anni, ed è pure quello di Zlatan Ibrahimovic, o è un’altra stronzata cosmica tipo 50 Sfumature o Il Codice Da Vinci.
Lunga vita e applausometro altissimo per i Bobby Joe Long’s Friendship Party. Adieu.
Marco Improta

Mi racconto in una frase: Torna ad ascoltare te stesso. È gratis. Non ci vuole neanche l’abbonamento a spotify.
I miei 3 locali preferiti per vedere Musica: il mio bagno, il mio soggiorno, la camera da letto di una ragazza qualsiasi
Il primo disco che ho comprato: Così com’è – Articolo 31
Il primo disco che avrei voluto comprare: I Queen cantano Cristina D’Avena
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Voglio andare a vivere in un casale in campagna, col mio terreno, il mio orto, il mio ipotetico cane Gianfranco, il mio ipotetico cavallo, una moglie carina con le tette grandi e un camino. Il camino è fondamentale eh, che voglio passare la vita a gettare i gusci della frutta secca nel fuoco.