Quante volte vi è capitato di ascoltare le vostre playlist con gli amici e a un tratto sentirvi chiedere, che sia con disprezzo o ammirazione, “Chi sono questi?”. Ma soprattutto, una volta pronunciato (magari con una certa soddisfazione) il nome della band, quante volte la reazione è stata “Chi?!” o “Come hai detto che si chiamano?”. Forse perché poco conosciute ai più, ma molto più probabilmente perché hanno scelto un nome singolare per il proprio gruppo (per usare un eufemismo), queste band dai nomi improbabili portano sempre con sé una storia che vogliamo condividere con voi.
Qui sotto trovate i primi dieci nomi e le relative storie, ma siamo ben consapevoli dell’esistenza di molte altre band che meriterebbero di finire in questo articolo. Il nostro, infatti, vuole essere un elenco partecipato, che coinvolga voi lettori, e dunque in continuo aggiornamento. L’idea è questa: segnalateci nei commenti altre band dai nomi improbabili e noi provvederemo presto a dare seguito all’articolo con tutti i vostri consigli. Dai eh!
Black Merda!
Gruppo Funk di Detroit nato nel 1969, si ispirarono sin dagli inizi a Jimi Hendrix riuscendo a fondere sonorità blues, soul e psichedeliche. La pronuncia corretta del loro nome sarebbe “black murder”, essendo “merda” la contrattura del vocabolo “murder” in slang afro-americano.
Canzone consigliata: Cynthy Ruth
Los Porcos
Nato da un progetto parallelo dei membri dei WU LYF e di alcuni altri componenti della band FAMY e dall’artista Profondo, il gruppo di Manchester (New Pork City, secondo la loro pagina Facebook) mescola funk, disco e indie molleggiato da spiaggia in un genere che loro stessi definiscono “Yacht Rock”.
Canzone consigliata: Porc Noise Complaint (dall’album “Porco Mio”)
Butthole Surfers
Decisamente più famoso, il gruppo statunitense formatosi nel 1982 cambiò inizialmente il proprio nome numerose volte (tra cui Ashtray Baby Heads, Nine Foot Worm Makes Home Food) fino a quando, a un concerto, un annunciatore confuse il nome di un brano con il nome del gruppo stesso: Butthole Surfers, per l’appunto. Nella loro musica si possono riconoscere elementi punk rock, noise rock e psichedelia.
Canzone consigliata: Pepper
The Electric Peanut Butter Company
Da sempre fan l’uno dell’altro, Shawn Lee, residente nel Regno Unito, e Adrian Quesada, che dimora in Texas, hanno deciso che era ora di lavorare insieme dopo essersi incontrati ad Austin, città natale di Adrian, per il SXSW festival. I due musicisti iniziarono quindi a collaborare tra loro inviandosi file musicali per e-mail, colmando così l’oceanica distanza che li divideva. Il risultato è “Trans-Atlantic Psych Classics Vol. 2”, un album che fonde influenze retro-funk e psych-rock dal sapore latino.
Canzone consigliata: The Rain
Car Seat Headrest
Iniziato come progetto solista del cantautore e polistrumentista Will Toledo poco dopo essersi diplomato al liceo, il gruppo americano ha saputo creare “melodie pop lo-fi lunatiche e introspettive, melodiche ma strutturalmente ambiziose allo stesso tempo”, come descritto dal biografo di AllMusic Mark Deming. Toledo aveva precedentemente pubblicato musica con lo pseudonimo di Nervous Young Men, poi scelse il nome “Car Seat Headrest” poiché spesso registrava la voce dei suoi primi album sul sedile posteriore della sua auto per avere la giusta privacy. Qui la nostra recensione del loro ultimo album “Making a Door Less Open”.
Canzone consigliata: Vincent
Derby Motoreta’s Burrito Kachimba
La band andalusa sembra voler incarnare in toto l’estetica “kinki”: tra storie di droghe, sotterfugi e passioni, i Derby Motoreta’s Burrito Kachimba infiammano i palcoscenici con quello che definiscono kinki-rock e kinkidelia. Vale la pena cercarsi qualche live su YouTube.
Canzone consigliata: El Salto Del Gitano
C+C=Maxigross
Collettivo musicale nostrano nato nel 2009 in una baita sui monti della Lessinia, fra le province di Verona e Trento. In quella baita, trasformata in sala prove, si lasciano trasportare in maratone di jam session dal sapore folk psichedelico di fine anni ’60. Riguardo al nome, saranno stati sicuramente influenzati da una catena di Cash & Carry diffusa nella loro zona che si chiama praticamente nello stesso modo, ma la band voleva qualcosa che non fosse riconducibile ad una lingua specifica, anzi, cercavano un’accozzaglia di lettere, sigle e improbabili accostamenti, come appunto C+C=Maxigross. Per di più a loro diverte sapere che per gli americani la traduzione sarebbe “Cash & Carry = Supergrezzo”. Qui la nostra intervista alla band.
Canzone consigliata: Every Time I Listen to the Stones
…And You Will Know Us by the Trail of Dead
Come non menzionarli? La band alt-rock texana guidata da Jason Reece e Conrad Keely è riuscita a lasciare il segno nella scena musicale indipendente americana grazie a dischi come “Source, Tags & Codes”, che vanta addirittura il massimo punteggio (10/10) dalla rivista Pitchfork. Il loro nome deriva da un antico canto rituale Maya, che mostra una sorprendente somiglianza con un antico canto egiziano.
Canzone consigliata: Another Morning Stoner
Dumbo Gets Mad
Direttamente da Reggio Emilia e ora alla conquista degli Stati Uniti, i Dumbo Gets Mad sono il progetto indie-psych di Luca Bergomi e Carlotta Menozzi. Vantano tre album e numerosi live nei quali si fanno affiancare da altri artisti, tra cui Andrea Scarfone dei Julie’s Haircut. Il nome, spiegano Luca e Carlotta, “è uscito fuori mentre guardavamo la scena di Dumbo con la musica di Sun Ra”.
Canzone consigliata: Indian Food
Chastity Belt
Il nome della band potrebbe ingannare. Le Chastity Belt nascono nel 2011 quando quattro ragazze che condividono la passione per il post-punk e l’indie-rock degli anni ’90 si incontrano al college. Cominciano a suonare insieme nei vari party universitari e a comporre i loro primi brani dai titoli eloquenti come Giant Vagina e Pussy Weed Beer. Si definiscono “biggest slut” e ad oggi hanno pubblicato 4 album, continuando a mostrare quel loro gusto irriverente e guadagnandosi recensioni lusinghiere.
Canzone consigliata: Black Sail
To be continued…
A cura di Stefano Sordoni

Mi racconto in una frase: A mio agio nel disagio
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Circolo Magnolia (Milano), Santeria Toscana 31 (Milano), Circolo Ohibò (Milano).
Il primo disco che ho comprato: Jamiroquai – Travelling Without Moving
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Beatles – White Album
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Ascolto musica da sempre, in qualsiasi situazione, costantemente. Mi piace creare delle playlist adatte per ogni situazione. Ricordo quando da bambino si affrontavano viaggi interminabili verso il Sud della Puglia, nella vecchia Simca di mio padre: facevo ascoltare a ripetizione una sola cassetta, “Money for Nothing” dei Dire Straits, la mia preferita tra quelle presenti in auto e soprattutto quella che per me era diventata la colonna sonora dell’inizio delle vacanze estive. Ricordo anche la mia tristezza quando un giorno mio padre mi disse che il nastro si era incastrato nel lettore, rovinandosi definitivamente e inesorabilmente. Col senno di poi forse aveva semplicemente rotto le palle.