Milano, 22 febbraio 2020

Io e Ferruccio entriamo al Biko e ci posizioniamo davanti, come al solito, in modo da cogliere ogni dettaglio. Ferruccio mi allerta di una possibile otite se mi fossi piazzato con la testa sotto la tromba di Sheila, ma il mio obiettivo era proprio quello.

I Nérija salgono sul palco. Il settetto è composto quasi esclusivamente da donne, tutte diverse tra di loro, ma con una caratteristica in comune: la cazzimma. I fraseggi a metà tra Coltrane e Fela Kuti della dea londinese Nubya Garcia, il suono pieno e coloristico della tromba di Sheila Maurice Gray; le influenze afro – orientali di Cassie Kinoshi ed il trombone magico di Rosie Turton.

In prima linea, le ragazze musiciste londinesi ballano, scherzano tra di loro e vivono ogni assolo dell’altra come se fosse il momento più importante della performance. Nelle retrovie, il fraseggio highlife della chitarra di Shirley Tetteh si fonde alla perfezione con le ritmiche soffici della batterista Lizy Exell, in comunione con l’unico uomo della banda, il contrabbassista Rio Kai.

Tutto suona benissimo. Gli arrangiamenti contrappuntistici dei fiati sono efficaci, contorti ma di impatto allo stesso tempo. Io e Ferruccio, dopo aver urlato in faccia a Sheila di volere un bis a tutti i costi, ce ne andiamo a malincuore. Lasciamo al Biko una vibrazione positiva importante, un senso di connessione spiriturale instaurata con queste ragazze, senza dubbio autrici di una rinascita collettiva del jazz internazionale.

Pietro Gregori

 

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Ph: Ferruccio Perrone

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