Torna a quattro anni di distanza Micah P. Hinson, uno dei maggiori cantautori a stelle e strisce dell’ultimo ventennio. Un periodo lungo che ha in parte trasformato l’ex skater rendendo il suo lavoro ancora più riflessivo e intimista. A differenza della quasi totalità dei suoi dischi, sulla copertina di “I Lie To You” compare soltanto il nome dell’artista senza l’aggiunta di una band (dai Gospel of Progress agli Opera Circuit, fino agli ultimi Musicians Of The Apocalypse). Questa volta, dunque, Micah P. Hinson carica su di sé di tutte le responsabilità.
Rispetto al precedente “When I Shoot At You With Arrows, I Will Shoot To Destroy You”, la musica si spoglia sia dell’elettricità sia delle influenze più prettamente punk. In questo album Micah P. Hinson è solo e nudo. Una volta spogliatosi di qualsiasi orpello, torna alle radici folk e scava in fondo al suo animo grazie alla sua profondissima e sempre emozionante voce.
La tradizione country con il caratteristico suono del banjo è protagonista nell’opener Ignore the Days e in Walking on Eggshells, ma ciò non significa che tutto suoni lontano e appartenente a un’altra epoca tempo, anzi. People è la canzone più vicina a un singolo radiofonico mai scritta dal nostro. Please Daddy, Don’t Get Drunk This Christmas potrebbe ergersi a nuova Fairytale of New York per i cuori alternativi, ma anche natalizi di tutto il globo.
Per il resto siamo di fronte a una continua asportazione del marcio dagli inferi dell’artista, a una vera e propria catarsi che sembra realizzarsi nel finale epico di 500 Miles, per poi subito ripiegarsi in se stessa nella cruda esistenza umana della love song sui generis You and Me. Un’opera vera e dolorosa: sincera.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman