Meno di un anno fa Jack White se ne uscì con un singolo in doppia versione: Taking Me Back. La prima delle due è servita sia per la pubblicizzazione del videogioco di fama mondiale “Call of Duty”, sia come anteprima di un sound che avrebbe monopolizzato la prima delle due uscite dell’ex White Stripes per questo 2022: quel “Fear of the Dawn” che almeno in ambito rock fa già parte delle uscite discografiche dell’anno. La seconda, invece, uscita in versione “gently”, mostrava una faccia completamente diversa dell’artista di Detroit, quella più tradizionale e classicheggiante, in quel caso grazie a una ritmica e dei violini di chiara matrice gitana. Questo “Entering Heaven Alive” riparte proprio da qui, con un approccio dannatamente più classico rispetto alle ultime uscite del rocker.
Tutto si basa sull’amore spropositato di Jack White per una band che negli ultimi vent’anni ha avuto più successo fra i nuovi talenti statunitensi che fra quelli della madrepatria inglese: ovviamente stiamo parlando dei Led Zeppelin. Basta pensare a Josh Homme, allo stesso White oppure alla brutta copia Greta Van Fleet per averne una conferma. Partendo dalla versione ballad pastorale acustica di Robert Plant e soci, si hanno sfumature più pop, nell’accezione migliore del termine (A Tip from You to Me e Love Is Selfish), altre velatamente reggae (il finale di All Along the Way), incroci stranianti fra blues e musica barocca (l’incontro fra le chitarre e l’organo rhodes con gli archi in Help Me Along), un po’ di elettricità nella chitarra solista di I’ve Got You Surrounded (With My Love), l’anima circense di Queen of the Bees, gli accordi folk di If I Die Tomorrow e Please God, Don’t Tell Anyone e il mood più jazzato di A Madman from Manhattan.
Dunque un Jack White parecchio diverso rispetto a quello d’inizio anno, meno intraprendente e più chiuso nella sicurezza della sua zona comfort, ma sempre in grado di donare all’ascoltatore ottima musica.
Andrea Manenti

Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman