Il mese scorso siamo stati al concerto milanese degli Eels. Il segno del loro passaggio è ancora fresco. Forse perché all’Alcatraz non ci suonavano da dieci anni, e giusto per mettere le mani avanti, hanno suonato come se non dovessero tornarci per un altro decennio.
Mark Oliver Everett e compagni si sono presentati con grande puntualità sul palco laterale del club, chiuso a metà ma gremito e giustamente scaldato da una platea entusiasta. Così, tutti muniti di completo, farfallino e occhiali da sole, sono saliti e hanno attaccato un quarto d’ora di blues e rock’n’roll ad altissima intensità.
Questo concerto in origine avrebbe dovuto far parte del tour promozionale di “Earth To Dora”, il loro album del 2020, ma dopo il rinvio della data la band ha sfornato un altro disco e alla fine si sono aggiunti alla scaletta anche i nuovi brani del freschissimo “Extreme Witchcraft”.
La prima manciata di brani è già ricca di perle come Anything For Boo e I Need Some Sleep. Poi Mr. E tenta di rompere un po’ di anime e infila una serie di classici da brividi: è il momento di It’s a Motherfucker, All the Beautiful Things, e Novocaine For The Soul. Everett e la band si divertono parecchio e si dilungano in assoli e strumentali. Il concerto sembra non finire mai.
Il primo bis si chiude con una lenta e acclamata Last Stop: This Town, ma gli Eels tornano per un secondo bis e chiudono il set con un’escalation, prima l’intima Earth to Dora, poi il finale rock con Wonderful, Glorious e la cover God Gave Rock and Roll to You.
Abbiamo assistito a un live mastodontico: 27 brani in scaletta per due ore e mezza di concerto. In pochi sanno tenere il pubblico appeso e partecipe così a lungo, gli Eels di Everett hanno dimostrato di riuscirci ancora una volta. Un po’ lo sapevamo, e un po’ speriamo che non si facciano attendere troppo al prossimo appuntamento.
Mattia Sofo

Mi racconto in una frase: “Il segreto è il whiskey” (dopo aver ottenuto il foglio rosa)
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Alcatraz (Milano), Serraglio (Milano), Circolo Ohibò (Milano)
Il primo disco che ho comprato: Doveva essere qualcosa di Ligabue.
Il primo disco che avrei voluto comprare: Pink Floyd – Atom Heart Mother
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Mi piace andare al cinema da solo.