Quattro grandi band e due scoperte (una piacevole, una meno) per la doppietta sabato-domenica di questa nuova edizione dell’I Days Festival, per la prima volta nella sua storia svoltosi presso l’autodromo di Monza: più palchi, prezzi di bevande e cibo nella media festivaliera europea e tanto verde (per piacere fateci definitivamente scordare Rho!). Partiamo dagli headliner e dai quasi headliner (che poi alla fine, anche come durata di scaletta ridotta di solo un quarto d’ora, anche le “spalle” spalle non erano): quattro band hanno piacevolmente coinciso con quattro diversi modi di suonare ed intendere il rock. Proprio per questo motivo i palati insoddisfatti sono stati veramente pochi. Partiamo con gli Stereophonics: i gallesi, in tour con il nuovo batterista (che vuole mettersi in mostra…e fa bene!), ragalano ai fans una setlist greatest hits suonata magistralmente e cantata in coro da tutti. …e come potrebbe essere il contrario viene da chiedersi quando Kelly Jones e soci propongono brani quali “Local Boy in the Photograph”, “Have a Nice Day”, “Maybe Tomorrow” e “Dakota”?! Belli anche i cinque brani scelti dall’ultimo “Keep the Village Alive” all’interno dei quali il leader si cimenta anche al pianoforte.
Situazione completamente diversa è invece quella dei Sigur Rós. Un’ora e mezza spaccata di show, un’ora e mezza di emotività, giochi visuali, post rock e psichedelia. Ancora mi rimbomban dentro le rumorose ma sognanti cavalcate finali proprie di quasi ogni pezzo. Forse difficile (cantano pur sempre metà islandese metà una lingua da loro inventata), ma il loro post rock ha dimostrato di essere più che apprezzato nel belpaese.
Veniamo ora alla domenica. Sotto un sole spacca cervella salgono sul palco a scaldare (???) l’atmosfera gli Eagulls, band d’Albione dedita ad uno scopiazzamento palese della New York di inizio millennio a cui aggiungono un po’ di Editors e una spruzzatina di chitarra post rock: niente di che.
Poco dopo è il turno dei Biffy Clyro e si capisce fin da subito che la maggior parte del pubblico è qui per loro. Stadium rock d’impatto, cori, ritornelli orecchiabili e cantabili, sorrisi, gran tecnica e molta grinta. Promossi a pieni voti anche grazie ai brani più soft: “God & Satan” proposta in acustico dal solo leader Simon Neil è da brividi così come lo sono “Biblical” e “Many of Horror”.
La band principale è però la formazione brit glam degli Suede. Scaletta greatest hits anche per loro ed un Brett Anderson per il sottoscritto nuovo, vecchio, idolo assoluto: bizze da rockstar, microfoni lanciati, camicia slacciata, bagni di folla e grande voce. …e poi sentire dal vivo “Beautiful Ones” almeno una volta nella vita dovrebbe essere un obbligo morale per qualsiasi amante del baraccone rockl’n’roll!
Poco meno di un’ora e mezzo e la gente inizia a tornare a casa…e fa male! Sul palco Ascari infatti c’è ancora tempo per mezz’ora di Public Access TV: direttamente da New York City i quattro ragazzini fanno un punk molto debitore agli Strokes e, letteralmente, spaccano!
Ora si può iniziare veramente l’interminabile camminata verso l’uscita dell’autodromo…stanchi ma felici.
STEREOPHONICS: C’est la vie / I Wanna Get Lost with You / Local Boy in the Photograph / Have a Nice Day / I Wouldn’t Believe Your Radio / Maybe Tomorrow / Just Looking / Mr. & Mrs. Smith / Mr. Writer / Indian Summer / Graffiti on the Train / White Lies / Sunny / The Bartender and the Thief (con accenno di Ace of Spades dei Motorhead) / Dakota
SIGUR RÓS: Óveður / Starálfur / Sæglópur / Glósóli / Vaka / Ný Batterí / E-Bow / Festival / Yfirborð / Kveikur / Hafsól // Popplagið
BIFFY CLYRO: Wolves of Winter / Living Is a Problem Because Everything Dies / Biblical / Friends and Enemies / Born on a Horse / Victory Over the Sun / Bubbles / Black Chandelier / In the Name of the Wee Man / God & Satan (Simon Neil acoustic solo) / The Captain / Mountains / 9-15ths / Animal Style / Sounds Like Balloons / Many of Horror / Stingin’ Belle
SUEDE: When You Are Young / Outsiders / Trash / Animal Nitrate / We Are the Pigs / By the Sea / Killing of a Flashboy / Filmstar / Heroine / The Wild Ones / She’s in Fashion / For the Strangers / So Young / Metal Mickey / Beautiful Ones // The 2 of Us / New Generation
a cura di Andrea Manenti

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.