Ed eccoci tornati con il trentaquattresimo LP targato Guided by Voices, ma si superano tranquillamente le 50 uscite discografiche contando anche EP e album solisti del leader Robert Pollard e varie altre chicche rilasciate dal gruppo di Dayton, Ohio, in quasi 40 anni di carriera. Come se non bastasse, “It’s Not Them. It Couldn’t Be Them. It is Them!” è il quinto album pubblicato dai Nostri dall’inizio della pandemia.

Se l’apertura affidata all’acustica ea ai bonghi di Spanish Coin stupisce regalandoci un brano vicino a certe divagazioni del sottovalutato viaggiatore rocker Mike Spine, già dal secondo brano in scaletta, High in the Rain, la band torna a suonare come i soliti Guided by Voices. Per chi non li conoscesse ancora, un mix fra Husker Du, primi R.E.M. (mai usciti dal periodo I.R.S.) e Foo Fighters (ma senza la gioiosa antipatia di Grohl e soci).

Da citare la divagazione nei sixties riletti in chiave horror di Maintenance Man of the Haunted House, il blues vocale di rara intensità Razor Bug, l’epicità a la Pearl Jam di I Wanna Monkey, Black and White Eyes in a Prism e Chain Gang Island, il mito americano springsteeniano di People Need Holes («La gente ha bisogno di buchi per piangersi dentro / La gente ha bisogno di automobili per farsi un giro») e la spensieratezza pop di scuola Vaselines della conclusiva My (Limited) Engagement. Sì, è solo l’ennesimo album di una discografia sterminata, e no, non è un capolavoro, ma è pur sempre una gran gioia per le orecchie.

Andrea Manenti