Ci sono band che per decenni, trovata la formula, la ripropongono instancabilmente. Altre che cercano vie di sperimentazione che finiscono per deludere le fanbase e perdere seguito e credito. Gli australiani King Gizzard & The Lizard Wizard non appartengono a l’una né all’altra categoria. Forti di due batterie, tre chitarre e tante idee in testa, questi ragazzi provenienti da Melbourne suonano un po’ quel che gli pare dando poco conto alle etichette di genere, anzi sfidandole: poco importa se finiscono così a sperimentare proposte musicali che stanno agli apposti di un’immaginaria tavola periodica dei generi musicali.
Questo, oltre a far di loro la band ideale per il vostro matrimonio, li rende anche prodigiosi musicisti in sede di live. Nonostante l’incredibile varietà infatti, i King Gizzard tengono parecchio al loro corpus discografico, motivo per cui sono soliti inserire nelle scalette dei concerti almeno un brano da ciascuno dei loro 15 album fino ad oggi pubblicati.
Di seguito, un’indispensabile guida per meglio orientarvi nel caso non abbiate mai visto dal vivo i King Gizzard & The Lizard Wizard e vogliate (e credeteci, dovete) approfittarne martedì 15 ottobre all’Alcatraz di Milano, quando il loro tour farà tappa in Italia (qui per i biglietti). Per scoprire tutti gli altri eventi della settimana con la nostra guida, clicca qui.
A cura di Andrea Fabbri
1. Fuzz-rock
Fin qui ci siamo. Se state leggendo questo articolo è anche perché probabilmente per voi i King Gizzard & The Lizard Wizard sono quella roba lì, una band psichedelica australiana molto garage, molto freak e soprattutto molto fuzz. Emblematico a tal proposito per il genere in questione il loro quinto disco “I’m in Your Mind Fuzz” e in generale tutte le prime prove discografiche come anche “Float Along – Fill Your Lungs”, ma anche il più recente “Polygondwanaland”, disco in pubblico dominio, volutamente privo quindi di diritti d’autore.
2. Folk-rock
Brusco cambio di rotta per una band di rock psichedelico, non è vero? Neanche troppo, l’hanno fatto pure i Grateful Dead a pensarci bene, consegnandoci le loro opere in studio più iconiche. Lo stesso si può dire per questi ragazzi australiani che con “Paper Maché Dream Balloon”, interamente acustico, hanno prodotto uno dei loro dischi tuttora più apprezzati.
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3. Jazz Fusion Progressive Rock
Ok, magari iniziamo ad andare fuori traccia rispetto all’estetica garage-psych, ma è comunque qualcosa che ti aspetti da una band psichedelica con ascendenze progressive. Il genere è stato esplorato nel disco “Sketches of Brunswick East”, impreziosito dal contributo del complesso jazz Mild High Club.
4. Lo-iPhone Rock
Che altro non è che una variante del garage rock più ortodosso con tinte Lo-Fi, semplicemente eseguito sfruttando le capacità di registrazione e riproduzione offerte da un normale iPhone. Ascoltate 12 Bar Bruise dall’omonimo disco di debutto datato 2012 per credere.
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5. Spaghetti Western rock
Messo a frutto nel sophmore del 2013 intitolato “Eyes Like The Sky”, in soldoni un audio-book su basi garage rock riguardante storie di fuorilegge e pellerossa.
6. Science-fiction psych-heavy metal
Se non siete amanti del genere Spaghetti Western, non preoccupatevi: i Nostri hanno anche realizzato un audio-book dal titolo “Murder of the Universe” con sonorità pesantemente Hard & Heavy. L’audiolibro tratta di ben tre storie di fantascienza che hanno rispettivamente come protagonisti un inquietante ibrido Umano/Bestia con violenti istinti omicidi e brama di potere, un Balrog in lotta con Il Signore del Fulmine e infine un Cyborg che sogna un giorno di poter vomitare, allora crea una macchina fabbrica-vomito con cui riprodursi che sfugge al suo controllo e finisce per sommergere l’universo di vomito e causare così l’estinzione di qualsiasi essere vivente. Chiaro, no? Allora vi conviene tornare di corsa sullo Spaghetti Wetern.
7. Infinite Loop psych-prog-rock
Le cose iniziano effettivamente a complicarsi e (giuriamo!) non ci stiamo inventando nulla. Nel 2016 i King Gizzard pubblicano il fortunato “Nonagon Infinity”, un disco loopato in una sorta di ciclo infinito, dove ogni traccia, perfino l’ultima e la prima, si mischia nella successiva mantenendo pressoché invariato il tiro, come se fosse un’unica, infinita canzone con cenni di tuning microtonale. Escamotage già utilizzato da altri, come Marvin Gaye in “What’s Going On”, direte voi. Indubbiamente Marvin Gaye è utile per fare tante cose, fuorché costringervi a fare air guitar per l’eternità a meno che non riusciate a stoppare il disco.
8. Microtonal Tuning Rock
Quanto già esplorato a livello microtonale in “Nonagon Infinity” è stato poi riproposto l’anno successivo in “Flying Microtonal Banana”, album interamente dedicato alla musica microtonale, primo di una serie di 5 dischi pubblicati durante tutto l’arco del 2017. La musica microtonale è quel tipo di musica che fa ricco uso di microtoni, intervalli musicali minori di un semitono appartenente al sistema equamente temperato. Per fare esempi stretti: Béla Bartòk, John Coltrane, Prince, ma anche i Black Flag sono stati sperimentatori nei rispettivi generi. Quel che rimane dei Black Flag a parte, sono tutti morti, quindi vi consigliamo di approfittarne se siete fan del genere o anche solo minimamente incuriositi.
9. Acid Rock o Qualsiasi genere a cui si possa lontanamente ricondurre “Gumboot Soup”
Non saprei come descrivere questo disco a livello di sonorità, probabilmente basta limitarsi a etichettarlo come Acid Rock. Vale la pena però ricordarlo in questa rassegna in quanto il disco, ultimo della serie di cinque pubblicata nel 2017, vide la luce totalmente a sorpresa il giorno del 31 dicembre, quando ormai tutti i fan pensavano che la band avrebbe fallito nella sua impresa di comporre e pubblicare ben cinque album durante lo stesso anno. La colonna sonora perfetta per limonare sotto al vischio.
10. Blues Boogie Shuffle Rock
Approdiamo così al 2019 con il più classico dei back to roots. “Fishing for Fishies” è un disco di puro blues e boogie rock totalmente immerso nella psichedelia tipica di casa King Gizzard. Prova discografica tanto canonica e immediata quanto criticata, viste le aspettative che si portava dietro. Tuttavia mi permetto di sbilanciarmi e dico che questo disco suona esattamente come suonerebbero oggi Jagger e Richards se fossero dei millenials nati all’ultimo respiro del ventesimo secolo, con la voglia matta di infiammare il mondo e ripetere la storia.
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11. Ecologic Thrash Metal
Adios psichedelia e altre cose per gente strana, benvenuti doppia cassa, ampli Marshall, smanicati di jeans con toppe degli Slayer, riffoni distorti e super assoli, il tutto condito da una spiccata vena ecologica per salvare il pianeta. Ultimo e decisamente per importanza, per due motivi: “Infest the Rats’ Nest” è il disco con cui sono attualmente in tour i King Gizzard & The Lizard Wizard e da cui estrarranno buona parte delle canzoni in scaletta, quindi il consiglio è di ripassarlo per bene. Secondo motivo: il pianeta sta morendo e se non lo capite con le buone forse lo capirete con qualche bella canzone metal. Immaginate Motorhead, Judas Priest, Overkill e i Metallica di “Kill’ Em All” inneggiare a raccolta differenziata, risorse rinnovabili e bike sharing al fine ultimo di evitare una guerra contro i venusiani per la conquista di nuovi pianeti su cui trasferire la nostra stupida civiltà. Ricordate: THERE IS NOT PLANET B!!!
Ora tocca a voi: quale genere musicale vorreste che in futuro i King Gizzard & The Lizard Wizard esplorassero? Vaporwave, Ska-punk o minimalissimo Lounge? Votate!

I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Circolo Magnolia (Milano), Biko (Milano), Santeria Toscana (Milano)
Il primo disco che ho comprato: Coldplay – X&Y
Il primo disco che avrei voluto comprare: Weezer – Blue Album