Brescia, 26 ottobre 2018
Stavolta la Latteria Molloy, locale ormai storico di Brescia, ha voluto fare le cose veramente in grande. Ha infatti chiamato ad esibirsi sul palco due grandi realtà del rock italiano. Andrea Laszlo De Simone sta ultimando la sua tournée dedicata a “Uomo Donna”, uno dei migliori dischi italiani usciti lo scorso anno, mentre Giorgio Canali ha rimesso in moto i suoi Rossofuoco pubblicando meno di un mese il suo primo album di inediti in sette anni “Undici canzoni di merda con la pioggia dentro”.
La serata inizia con mezz’oretta di ritardo sulla tabella di marcia alle 22.00, quando fanno la loro comparsa sul palco sei personaggi che sembrano usciti direttamente dagli anni Settanta. Sono Andrea e i suoi compari di band, ormai rodatissimi e in grado di regalare ai numerosi fan accorsi un’ora intensa fra fumo di sigarette (mentre suonano ne fumano veramente in quantità industriali), psichedelia rumoristica, melodie battistiane ed affascinanti incroci vocali. La band piemontese presenta quasi tutto l’ultimo lavoro, incentrato sul concept del rapporto fra i due sessi, dovendosi fermare per problemi d’orario alla settima traccia del disco (che stavano suonando in ordine per intero). Il finale è affidato ad un’emozionante Fiore mio.
Neanche mezz’ora di cambio palco e le luci si accendono su Giorgio Canali e i suoi Rossofuoco. Dopo anni di scalette francamente un po’ troppo simili fra loro, il rocker di Predappio finalmente rivoluziona un po’ tutto. Rabbia, passione, dolcezza e violenza accompagnano gli ascoltatori per un’ora e mezza e il repertorio pesca tutti i nuovi undici brani, ma anche chicche tratte dal sottovalutato “Tutti contro tutti” (Verità, la verità, Falso bolero e Comequandofuoripiove), due mine come Morire di noja e Ci sarà (sulla quale parte persino il pogo) e un poker di classici impressionante composto da Lezioni di poesia, Nuvole senza Messico, Precipito e una versione mozzafiato di Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio. Per non farsi mancare nulla a metà scaletta, mentre il mastro ferraio Luca Martelli è alle prese con il cambio di una pelle di rullante poco prima sfasciata, Giorgio e il fido Steve Dal Col regalano anche un’intensa versione a due chitarre dell’incendiaria 1, 2, 3, 1000 Vietnam. Un grande ritorno per il Giorgio nazionale.
Questa la scaletta di Andrea Laszlo De Simone: Uomo donna / Sogno l’amore / Vieni a salvarmi / Meglio / Solo un uomo / Eterno riposo / Questo non è amore / Fiore mio
Questa la scaletta di Giorgio Canali & Rossofuoco: Aria fredda del Nord / Piove, finalmente piove / Morire di noja / Verità, la verità / Estaate / Falso bolero / Undici / Emilia parallela / Comequandofuoripiove / Mandate bostik (soli Giorgio Canali e Steve Dal Col) / 1, 2, 3, 1000 Vietnam (soli Giorgio Canali e Steve Dal Col) / Messaggi a nessuno / Fuochi supplementari / Ci sarà / Danza della pioggia e del fuoco / Mille non più di mille / Lezioni di poesia / Radioattività / Nuvole senza Messico / Precipito / Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.