Milano, 1 marzo 2024

Il sold out di Giorgio Canali e Rossofuoco all’Arci Bellezza sta diventando una buona abitudine. Come nel febbraio 2023, il circolo è tutto esaurito e pronto a dimostrare una volta di più che delle canzoni del “vecchio di merda” – come dice lui – c’è ancora bisogno.

Sarà che forse sono daltonico / ma devo dire che questo cielo / invece di essere sempre più blu / a me sembra sempre più nero canta Canali, e cantiamo tutti, durante Mostri sotto il letto. Forse è anche questo lo stimolo del pubblico che si stringe attorno alle sue chitarre arrabbiate. Fuori dalla sala le cose non migliorano proprio, ma una volta ogni tanto sentire che qualcuno da sopra il palco ha le idee chiare, e una memoria da strillare nel microfono, ci fa sentire svegli.

Casualmente la data di Milano cade pochi giorni dopo i concerti berlinesi della reunion dei CCCP. Qualcuno grida: «Sei più in forma di Ferretti!». «Per forza, c’ho cinque anni in meno io!», replica Giorgio, rivendicano i chilometri compiuti per arrivare da Perugia, e anche i suoi 66 anni. «Ci sarò anche tra 600, ne avrò 666». Anche questo fa parte della colla che unisce Canali al suo pubblico, vederlo suonare anno dopo anno in un tour sconfinato che lo porta in ogni angolo d’Italia ha il sapore di una professione che oggi è difficile riconoscere nella formula “suonare per vivere”.

Dal concerto dell’anno scorso questa è già la seconda tappa milanese, dopo la data estiva al Circolo Magnolia. Le canzoni di “Pericolo giallo”, l’album uscito nell’autunno del 2023, cominciano a farsi più nitide e penetranti: Solo stupida poesia e soprattutto A occhi chiusi scavano i momenti più emotivi della serata. La scaletta è molto simile a quella di luglio, tanti pezzi recenti, si conferma l’omaggio a Mark Lanegan Hit The City, torna Nostra signora della dinamite (l’album è stato da poco ristampato in vinile) e ovviamente la setlist si chiude con Lettera del compagno Lazlo al Colonnello Valerio.

Per confermare le buone abitudini, prima di abbandonare la postazione sul palco, di fronte alla cassa firmata “fatevi fottere”, Canali si lamenta dei limiti milanesi che gli impongono di terminare il concerto alle 23:30. “Ma come cazzo fate a vivere in un posto così?”. Chiede cortesemente di fare un salto al merch per farlo campare, e poi saluta affettuoso “Ciao stronzi”. Chi ci insegna a resistere merita il nostro denaro.

Mattia Sofo