Questa sera, al Circolo Bellezza di Milano, il pubblico avrà l’opportunità di immergersi in un’esperienza unica e misteriosa con Six Organs of Admittance, il progetto solista di Ben Chasny, uno dei nomi più significativi della scena psichedelica e folk underground degli ultimi vent’anni. Con un sound che spazia dal raga psichedelico al folk onirico, passando per influenze di musica indiana e sperimentazioni elettroniche, la carriera di Chasny è una vera e propria esplorazione musicale, capace di trascinare l’ascoltatore in dimensioni sonore affascinanti e spesso sconosciute.
La carriera di Ben Chasny, attraverso Six Organs of Admittance, ha attraversato innumerevoli sfumature di musica folk, psichedelia e sperimentazione. Ogni disco ha aggiunto un nuovo capitolo alla sua lunga e affascinante ricerca sonora, e ogni concerto è un’opportunità per immergersi in questo mondo unico. Il concerto di stasera al Circolo Bellezza promette di essere un viaggio intenso e coinvolgente, un’occasione per ascoltare dal vivo uno degli artisti più originali e influenti della scena musicale contemporanea.
Se non siete ancora familiari con il suo lavoro, queste dieci tracce vi offriranno una panoramica perfetta per entrare nel suo mondo sonoro. Chasny non delude mai, e ogni ascolto rivela nuovi strati di bellezza e complessità. Non resta che immergersi nel suono e lasciarsi trasportare dalle emozioni che Six Organs of Admittance sa evocare con la sua musica.
In vista del concerto, vogliamo suggerirvi dieci brani essenziali per avvicinarvi al mondo di Six Organs of Admittance e comprendere meglio la straordinaria evoluzione artistica di Ben Chasny. Questi dieci pezzi racchiudono l’essenza di un percorso che ha attraversato diverse fasi, mescolando il meglio delle tradizioni musicali americane con la sperimentazione più audace.
1. “Spirits Abandoned” (da Dark Noontide, 2002)
Questo brano d’apertura di Dark Noontide è un esempio perfetto della capacità di Chasny di creare atmosfere suggestive e rarefatte. “Spirits Abandoned” è una ballata folk che si evolve lentamente, accarezzata da chitarre acustiche che ricordano i lavori di Popol Vuh e i raga più profondi della musica indiana. Un pezzo che immerge immediatamente l’ascoltatore in un mondo di spiritualità e meditazione.
2. “Hallow Sun Severed Sun” (da Dust & Chimes, 1998)
Con Dust & Chimes, Ben Chasny inizia a definire un proprio stile caratteristico, mescolando psichedelia rurale e folk esoterico. La traccia “Hallow Sun Severed Sun” è un perfetto esempio di come Chasny riesca a creare un’atmosfera quasi rituale, mantenendo una semplicità acustica che incanta senza mai appesantire.
3. “Redefinition Of Being (Featuring Creation Aspects Fire, Air, Water)” (da Nightly Trembling, 2000)
Un lungo viaggio di cinque minuti che esplora una serie di stati emotivi e musicali. La prima parte è un drone ipnotico, la seconda è dominata da un assolo di chitarra che segna un’evoluzione nello stile di Chasny, mentre la terza parte fonde questi elementi in un climax travolgente. Un pezzo che mostra la sua maestria nell’intrecciare texture sonore complesse.
4. “Only the Sun Knows” (da Compathia, 2004)
Una delle vette della discografia di Six Organs of Admittance, “Only the Sun Knows” è un pezzo di psichedelia desertica che rimanda alla tradizione dei gruppi della Independent Project Records. La canzone è una riflessione sulla solitudine e sull’incomunicabilità, con una chitarra che sembra esprimere tutte le emozioni di un paesaggio arido e senza speranza.
5. “Words for Two” (da School of the Flower, 2005)
Con School of the Flower, Chasny esplora sonorità più complesse, incorporando l’organo e le percussioni di Chris Corsano. “Words for Two” è uno dei brani più affascinanti dell’album, un viaggio psichedelico che alterna chitarra acustica, droni e atmosfere inquietanti. La ripetizione ipnotica e la spinta percussiva ne fanno uno dei pezzi più riusciti di questa fase della sua carriera.
6. “Bless Your Blood” (da The Sun Awakens, 2006)
Un brano che unisce folk e psichedelia in modo perfetto. “Bless Your Blood” è una delle canzoni più equilibrate di The Sun Awakens, caratterizzata da una melodia che sembra attraversare più epoche, dal raga tradizionale alla psichedelia del West Coast, con una chitarra che si intreccia magnificamente con un’atmosfera solenne e mistica.
7. “Awaken” (da Dark Noontide, 2002)
Un brano più breve ma incredibilmente potente. “Awaken” è un pezzo delicato, una sorta di acquerello sonoro costruito su una chitarra acustica che esplora il tema del risveglio spirituale. La sua semplicità nasconde una profondità emotiva che si rivela ascolto dopo ascolto.
8. “Actaeon’s Fall” (da Luminous Night, 2009)
Un brano che mostra l’evoluzione di Chasny in direzione di un folk più accessibile e melodico. “Actaeon’s Fall” è un pezzo intriso di malinconia, dove il flauto di Hans Tueber gioca un ruolo fondamentale nell’accompagnare la chitarra acustica di Chasny. Un’introduzione perfetta al mondo più riflessivo di Luminous Night.
9. “River of Transfiguration” (da The Sun Awakens, 2006)
Un brano monumentale che si sviluppa per oltre ventiquattro minuti. “River of Transfiguration” è un viaggio sonoro che fonde insieme drone, psichedelia e improvvisazione. La ripetizione ritmica e i continui cambi di direzione sonora lo rendono una delle composizioni più intense e coinvolgenti della discografia di Six Organs.
10. “Companion Rises” (da Companion Rises, 2020)
L’album Companion Rises segna un ritorno alle radici acustiche di Chasny, ma con un approccio più fresco e contemporaneo. “Companion Rises” è un brano che esprime una grande intimità, mescolando folk e dream pop in un’atmosfera che ricorda gli altri cantautori contemporanei come Ryley Walker. La sua chitarra scintillante e le melodie semplici ma evocative fanno di questo pezzo una delle gemme del suo repertorio recente.

Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.