Secondo prodotto di qualità per Flume, giovane artista australiano con baffi mainstream, rilasciato a fine maggio e già pronto per essere in lista nella prossima edizione degli ARIA Charts (Australian Recording Industry Association), dove il ragazzo vince premi da quando aveva 21 anni e dove anche quest’anno si ritroverà all’interno dei migliori artisti made in Australia.
Collaborazioni importanti in questo album, Skin, tra cui Chet Faker, Vince Staples, Tove Lo e Beck: per un’artista 24enne che pubblica il suo secondo album sono traguardi decisamente inimmaginabili e se poi diamo un occhio al World Tour che lo porterà tra Milano (Circolo Magnolia, 21/06), Nuova Zelanda, Los Angeles, San Diego, Las Vegas, Miami, New York, Canada, Amsterdam, Berlino, Parigi, Londra e Sidney nel giro di meno di sei mesi, allora Flume comincia a suscitare in me davvero una curiosità che di solito non dedico a chi mi parla di electropop o dancepop, suonata da un Dj soprattutto.
Attraverso Flume però ho scoperto anche Tove Lo, un’artista svedese che seguo da poco ma che ha una esperienza alle spalle molto lunga e che in Say It, assieme all’australiano, porta alla luce una canzone quasi pop, ma stupenda.
Il flow di 3 è un giro rilassante su delle note che non hanno nulla di particolarmente deciso, ma ti portano ad apprezzare questa canzone da subito, soprattutto se usata come atmosfera finché sei impegnato a pensare ai fatti tuoi.
You Know invece è un feat. con due rapper nordamericani che riescono a far cadere i loro testi su questo letto creato da questo giovane dj davvero interessante, il cui risultato è una canzone molto allo stile Jay-Z dove rap e trip pop si fondono. Il feat. con Beck ha uno stile particolare e la voce del cantante lascia decisamente spazio alle sonorità di Flume, protagonista dell’album ovviamente ma, prescindendo da questo, rimane un prodotto di qualità.
Top dell’album: Like Water assieme ad una non proprio sconosciuta MNDR, artista americana che sposa benissimo le linee electroniche e a volte pop di Flume.
Artista giovane e dunque in parte seguace di quel flusso modaiolo che va adesso, ossia pop/electronica/synth a manetta/hip hop Flume questo riesce a farlo molto bene: la poca esperienza è in parte colmata da tanta qualità nella scelta dei suoni proposti, nella ricerca di artisti con cui collaborare e nel sound proposto che non è per niente pesante e stancante, ma ogni canzone si differenzia dalla precedente.
Federico Trevisani
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.