A quattro anni di distanza dal precedente “Marble Skies” e a ben nove dall’esordio omonimo che tanto aveva fatto sperare i fan del pop più artistico, tornano i Django Django con questo convincente “Glowing in the Dark”, album nel quale i quattro londinesi danno una loro originale interpretazione della musica psichedelica e della musica da ballo.

Si inizia con il vorticoso intro del gioiellino pop lisergico Spirals, già pubblicato l’anno scorso, per poi lasciare spazio ai sixties di Right the Wrongs e Got Me Worried (parenti stretti dei migliori Coral delle origini). Riuscito è il duetto con Charlotte Gainsbourg nel pop rock magnetico di Waking Up, affascinante il minimalismo afro dance di Free from Gravity, così come la più aggressiva e rock Headrush (sprazzi di Hawkwind non sono così difficili da notare qui).

È poi il turno della strumentale The Ark, che apre al western da terzo millennio di Night of the Buffalo con quel finale per archi da pelle d’oca. Con The World Will Turn, Vincent Neff e compagni danno la loro personale interpretazione della ballad pop acustica alla Simon & Garfunkel, mentre dalla successiva funkeggiante Kick the Devil Out si scende direttamente in pista.

Il tris finale è infatti pura dance: anni Novanta molto french la title track, dal sound più underground Hold Fast, maggiormente scoppiettante la conclusiva Asking for More.

Un buon album, forse un filo troppo eterogeneo, ma pieno zeppo di ottimi spunti spesso pienamente realizzati.

Andrea Manenti

 

Photo Credit: Horacio Bolz