Era maggio, ed entrai in fissa con una canzone suggeritami per caso da Spotify, così tanto in fissa da aggiungerla alla mia playlist “London”. Durante l’estate, una sera degli amici mi dissero di raggiungerli al Sebright Arms. Ci sarebbe stata una gig super carina dei Far Caspian… Far Caspian: quel nome non mi era nuovo. Erano loro! Scoperti per puro caso tramite Spotify, riuscii a sentire un loro live gratis quando ancora non erano così famosi.
Fast forward: a Londra arriva l’autunno. Dopo la prima data a Brighton, i Far Caspian inaugurano il loro tour in giro per l’Europa in uno dei localini più belli di tutto l’east London. Siamo al Moth Club nella zona di Hackney, biglietto a 9 £ e questa sera i Far Caspian hanno fatto sold out.
Il Moth Club è uno di quei posti in cui le dimensioni spazio-temporali sono alterate. Entriamo in questa saletta e ci ritroviamo in una scena di un ballo scolastico americano di uno di quei film anni ottanta. Divanetti in velluto rosso, luci soffuse, cabina per fototessere, moquette a scacchi rossi e neri, soffitti bassi e dorati e poi laggiù il palco, con uno sfondo pieno di lustrini, così scintillante e colorato, così tanto kitsch da risultare stupendo.
I Far Caspian salgono sul palco con un sorriso enorme stampato in faccia. La sala è strapiena, mi faccio spazio tra la gente e mi piazzo in prima fila. Il pubblico è chiaramente in estasi e tutti sanno a memoria ogni singola canzone. Faccio amicizia con la mamma del batterista, una bellissima donna che, in preda alla musica, salta più di me! Non siamo nemmeno alla terza canzone e un ragazzo sale improvvisamente sul palco e fa stage diving sui suoi amici. Tutti cantano ed ondeggiano entusiasti. L’atmosfera è magnetica, i suoni eterei ed elettrizzanti, la carica della band profuma di altri tempi. I Far Caspian quando sono sul palco si fanno volere bene davvero e trasmettono la più bella sensazione che si possa provare ad un concerto: quando non riesci a fare a meno di sorridere e vuoi solo che la scaletta non finisca mai.
Formazione: chitarra ritmica e voce, basso, batteria, chitarra solista e synth. Nati come progetto individuale nella cameretta del frontman e chitarrista Joel, che ha poi proseguito ampliando la formazione e aggiungendo strumenti, i Far Caspian sono una band molto giovane ma già parecchio matura a livello musicale: nel giro di due anni hanno fatto uscire svariati singoli e due album. Il loro è un sound tipicamente british, le voci eteree vengono colmate da riverberi ed echi. Il synth e le tastiere completano una base ritmica classica, caratterizzata da chitarre che creano effetti caleidoscopici.
I Far Caspian ti entrano in testa e non ne escono più. Una di quelle band da sentire assolutamente live, una, due, tre volte. Se avessi l’ultimo gettone per il juke box e dovessi scegliere soltanto una loro canzone, vi direi: Finding My Way Home.
La playlist
Mi racconto in una frase: Nostalgica nell’anima. Mi nutro di gigs e band emergenti. (Bi)sogni primari: il rock e l’amore, che sono un po’ la stessa cosa.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Blah Blah (Torino), Moth Club (Hackney, London), The Victoria (Dalston, London)
Il primo disco che ho comprato: Squérez, Lùnapop. Avevo nove anni.
Il primo disco che avrei voluto comprare: Let It Bleed, Rolling Stones
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Non stiro, stendo bene.