Cosa si fa a Londra in un banalissimo giovedì sera? Si va a Piccadilly? Direi proprio di no. Se sei un amante della musica live devi sapere che tutto succede nella zona Est, Nord-Est di Londra, dove la musica (sopratutto quella indie) non viene presa sul serio, di più! È nell’East London, infatti, che sono presenti una serie di pub, apparentemente normali, in realtà molto conosciuti e ambiti, che ospitano quotidianamente gig e concerti, con line up che prevedono due o tre band per ogni serata, band emergenti scelte sempre in maniera molto accurata.
Quando vai nell’East London poi, una volta che esci dalla stazione della metro, ti ritrovi catapultato in una Londra dei primi anni Novanta. Lo stile, l’abbigliamento, la moda, i locali, tutto ti fa tornare indietro di 30 o 40 anni. Ad Est la nostalgia per gli anni Ottanta-Novanta si fa sentire forte, fortissima, nella scena musicale. Stavolta ci troviamo al Sebright Arms, a Bethnal Green.
«Have you ever seen the next band? The Wovoka Gentle?», mi ha chiesto con apprensione una ragazza mentre ero in fila per il bagno al Sebright Arms. Io, molto sinceramente, le ho risposto che no, non li avevo mai visti prima e mai nemmeno sentiti per sbaglio. Lei rimane sconcertata, ma allo stesso tempo felice di trasmettermi il suo entusiasmo per una band talentuosa e, ancora per poco, di nicchia. Mi rivela che avrei assistito ad un vero e proprio spettacolo. «It’s gonna be amazing, it’s a trip».
Sgattaiolo in prima fila e, mentre le luci si spengono, resetto la mia mente. Non so cosa aspettarmi, quindi sono pronta. Formazione: al centro del palco, un ragazzo alla chitarra elettrica. Alla sua sinistra e alla sua destra, una di fronte all’altra, due ragazze piazzate davanti a tastiere elettroniche, drum machine e synth. Era tutto vero: su quel palco avviene qualcosa di sconvolgente, uno di quei concerti che mai mi sarei aspettata. Sono confusa e affascinata. Quaranta minuti di suoni allucinanti, letteralmente, e melodie che nel giro di pochi secondi passano dall’essere sinfonie angeliche a suoni che ti friggono il cervello. Il tutto con un’eleganza e un’armonia disarmanti.
Non riesco a smettere di fissarli, canzone dopo canzone, sono davvero magnetici e il viaggio mistico continua. Wovoka Gentle: scosse elettriche, contorni tribali e atmosfere trascendentali. Attivi dal 2015, dopo svariati singoli ed EP, lo scorso giugno pubblicano “Start Clanging Clymbals”. Se avessi l’ultimo gettone per il juke box e dovessi scegliere soltanto una loro canzone, vi direi: 1,000 Opera Singers Working in Starbucks. I Wovoka Gentle sono un gran bel casino. Correte a scoprirli e buon… viaggio.
Giulia Colonnella
Mi racconto in una frase: Nostalgica nell’anima. Mi nutro di gigs e band emergenti. (Bi)sogni primari: il rock e l’amore, che sono un po’ la stessa cosa.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Blah Blah (Torino), Moth Club (Hackney, London), The Victoria (Dalston, London)
Il primo disco che ho comprato: Squérez, Lùnapop. Avevo nove anni.
Il primo disco che avrei voluto comprare: Let It Bleed, Rolling Stones
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Non stiro, stendo bene.