Era il 2001 quando Ian MacKaye, complice l’imminente pausa a tempo indeterminato dei Fugazi, decise di formare i The Evens con l’ex batterista dei Warmers (nonché moglie) Amy Farina. La band da allora ha prodotto tre album di matrice indie-rock dal sound minimalista e melodico, di cui l’ultimo a distanza di sei anni dal precedente dopo che i due diventarono genitori. A distanza di nove anni dall’ultimo LP, MacKaye e Farina riemergono con il nuovo progetto Coriky insieme al vecchio amico Joe Lally, già bassista dei Fugazi e fresco dalla recente esperienza nel power trio jazz-punk The Messthetics. In realtà il nuovo gruppo si era già costituito nel 2015 senza annunci di sorta e suonò live nel 2018, prima ancora di aver deciso il nome della band.
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Per i più nostalgici possiamo subito anticipare che nell’omonimo album dei Coriky le influenze fugaziane ovviamente non mancano, non per mancanza di originalità, ma per l’essenza di questi musicisti e la ricercatezza nei testi e nelle armonie che troviamo impresse nel suono della Dischord Records. Infatti nel disco è evidente la miscela di art-punk, post-hardcore e rock alternativo tipico della band madre, con le sonorità più indie degli Evans e i ritmi jazzati del progetto Messthetics. Nell’opening track Clean Kill coesistono le sferzate delle chitarre e l’incedere della batteria con il ritornello corale tutto da cantare. Hard To Explain e Shedileebop hanno un’anima più post-core, con la prima più jazzata e la seconda più distorta e viscerale. In Say Yes prevale la voce e la batteria di Amy, mentre il basso di Joe marca l’intensità di questo funky stop ‘n go.
L’ombrosa Have A Cup Of Tea e Inauguration Day riprendono toni post-punk, mentre la voce di Farina graffia nel punk rock di Too Many Husbands e Jack Says. Ci sono poi due tracce che, più delle altre, fanno uscire allo scoperto le singolarità dei Coriky e le troviamo entrambe a metà disco: la breve e jazzata Bqm e le venature folk e blues di Last Thing. Il lungo finale è lasciato al moto soave e ossessivo di Woulda Coulda.
Questo self-titled ha messo in risalto tutte le caratteristiche dei propri componenti e le svariate influenze di cui questi artisti sono permeati, grazie anche alla palpabile sintonia del trio di Washington che ha dato brillantezza e vitalità ad ogni traccia dell’album.
Chiudo con la biografia ufficiale della band e mi accodo al loro ultimo punto: “Coriky è una band di Washington, D.C. Amy Farina suona la batteria. Joe Lally suona il basso. Ian MacKaye suona la chitarra. Tutti cantano. Formatisi nel 2015, i Coriky ha fatto il suo primo show solo nel 2018. Hanno registrato un album. Sperano di fare un tour”.
Stefano Sordoni
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Mi racconto in una frase: A mio agio nel disagio
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Circolo Magnolia (Milano), Santeria Toscana 31 (Milano), Circolo Ohibò (Milano).
Il primo disco che ho comprato: Jamiroquai – Travelling Without Moving
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Beatles – White Album
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Ascolto musica da sempre, in qualsiasi situazione, costantemente. Mi piace creare delle playlist adatte per ogni situazione. Ricordo quando da bambino si affrontavano viaggi interminabili verso il Sud della Puglia, nella vecchia Simca di mio padre: facevo ascoltare a ripetizione una sola cassetta, “Money for Nothing” dei Dire Straits, la mia preferita tra quelle presenti in auto e soprattutto quella che per me era diventata la colonna sonora dell’inizio delle vacanze estive. Ricordo anche la mia tristezza quando un giorno mio padre mi disse che il nastro si era incastrato nel lettore, rovinandosi definitivamente e inesorabilmente. Col senno di poi forse aveva semplicemente rotto le palle.