Hermes è una divinità della mitologia greca. Il suo ruolo principale è quello di messaggero degli dèi, ma non solo: è inoltre il dio dei commerci, dei ladri, dell’eloquenza, delle discipline atletiche, dei viaggi e dei confini. Ma i Confini di cui leggerete in questa recensione sono il duo milanese composto da Leonardo Falasco (voce, chitarra e synth) e Daniele Capuzzi (batteria). “Chi Salverà Hermes?” è il loro nuovo EP.
I due musicisti descrivono il loro lavoro con queste parole: «La leggenda narra che Maia, la più bella delle Pleiadi, fuggì dalla Frigia per portare in salvo il suo unico figlio Hermes, il gigante caduto in battaglia. Hermes metaforicamente rappresenta la natura primordiale dell’uomo ormai persa e distorta. “Chi Salverà Hermes?” affronta un parallelismo tra il mito e i nostri giorni: la lotta verso un mondo migliore, un invito a scavare nel profondo e cercare risposte al di fuori dei confini della mente. È arrivato il momento di andare alla ricerca del nostro Hermes e salvarlo dai meccanismi della società».
Il progetto si presenta coraggioso e innovativo, a partire dalla location utilizzata per le registrazioni e l’intera produzione, che si trova nei sotterranei della città di Milano, dove in passato si trovava una necropoli longobarda. Il loro sound ha una forte impronta anni ’90 ed è una miscela di elettronica post-industriale, stoner e new wave. Per gli amanti delle etichette, gli stessi artisti hanno già pensato di coniare un termine che racchiuda il loro lavoro: Eso-Wave.
I cinque brani dell’EP presentano quello che il duo definisce come il loro marchio di fabbrica: elettronica, beat, e riff di chitarre in faccia. I testi, tutti in italiano, sono fortemente contaminati da riferimenti alla mitologia classica e da ispirazioni letterarie che vanno da Aleister Crowley a Dante, passando per Alejandro Jodorowsky. Il risultato sono 15 minuti da ascoltare con attenzione tra ritmi accattivanti, chitarre distorte, synth cupi e finali esplosivi.
Stefano Sordoni

Mi racconto in una frase: A mio agio nel disagio
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Circolo Magnolia (Milano), Santeria Toscana 31 (Milano), Circolo Ohibò (Milano).
Il primo disco che ho comprato: Jamiroquai – Travelling Without Moving
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Beatles – White Album
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Ascolto musica da sempre, in qualsiasi situazione, costantemente. Mi piace creare delle playlist adatte per ogni situazione. Ricordo quando da bambino si affrontavano viaggi interminabili verso il Sud della Puglia, nella vecchia Simca di mio padre: facevo ascoltare a ripetizione una sola cassetta, “Money for Nothing” dei Dire Straits, la mia preferita tra quelle presenti in auto e soprattutto quella che per me era diventata la colonna sonora dell’inizio delle vacanze estive. Ricordo anche la mia tristezza quando un giorno mio padre mi disse che il nastro si era incastrato nel lettore, rovinandosi definitivamente e inesorabilmente. Col senno di poi forse aveva semplicemente rotto le palle.