È tempo di tirare le somme. Tra conferme, colpi di scena, esordi fulminanti e giovani promesse diventate fenomeni da baraccone, questo 2016 ce ne ha regalate delle belle. La redazione di indie-zone.it riunita al gran completo ha votato i migliori album dell’anno. Qui sotto trovate la classifica generale dei 25 dischi più votati. A seguire, le classifiche personali dei singoli redattori, tanto per capire da che parte stiamo. Buona lettura e buon ascolto!

CLASSIFICA GENERALE

592617e90a52c31a1e815e4b7fb37891-1000x1000x11. Bon Iver – 22, A Million

 

 

 

e3c438672. Radiohead – A Moon Shaped Pool

 

 

 

db-vinylcover3. David Bowie – Blackstar

 

 

 

una-somma-di-piccole-cose_cover_b4. Niccolò Fabi – Una Somma di Piccole Cose

 

 

packshot1-768x7685. Nick Cave & The Bad Seeds – Skeleton Tree

 

 

iggy-pop-post-pop-depression6. Iggy Pop – Post Pop Depression

 

 

1607547. Warhaus – We Fucked a Flame Into Being

 

 

Print8. Minor Victories – Minor Victories

 

 

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9. I Cani – Aurora

 

 

 

rolling-stones-blues10. Rolling Stones – Blue & Lonesome

 

 

ww037-motta11. Motta – La Fine dei Vent’anni

 

 

03-nicolas-jaar-sirens-out-2016-billboard-embed12. Nicholas Jaar – Sirens

 

 

 

eh_furnaces-1024x102413. Ed Harcourt – Furnaces

 

 

 

download-114. Steve Gunn – Eyes On the Line

 

 

homepage_large-13a102d215. Daughter – Not To Desappear

 

 

 

the-hope-six-demolition-project-album-cover-pj-harvey16. PJ Harvey – The Hope Six Demolition Project

 

 

 

hamilton-leithauser-rostam-album-art_sq-96d6dde0dd55d38f450cfadfd1692fbc9cc9586e-s300-c8517. Hamilton Leithauser + Rostam – I Had a Dream That You Were Mine

 

 

shadow-art18. Last Shadow Puppets – Everything You’ve Come To Expect

 

 

mistymillerthewholefamilyisworried_600_60019. Misty Miller – The Whole Family is Worried

 

 

093753765-3357fe83-ee02-4249-9850-667d50669d9820. Tre Allegri Ragazzi Morti – Inumani

 

 

achille_lauro_ragazzi_madre_download_2016_696x6921. Achille Lauro – Ragazzi Madre

 

 

ea557c5022. The Kills – Ash & Ice

 

 

 

0965d672b61dd6173d5b54bf89881891-1000x1000x123. Leonard Cohen – You Want It Darker

 

 

cosmo-l-ultima-festa24. Cosmo – L’ultima Festa

 

 


preoccupations_-_preoccupations_600_60025. Preoccupations – Preoccupations

 

 

 

CLASSIFICHE DEI REDATTORI

 

TUM VECCHIO

  1. Steve Gunn – Eyes on The Line  L’iperspazio così profondo in cui perderci anche il senso di esservici persi.
  2. Warhaus – We Fucked a Flame Into Being  La verità sospirata in un vicolo, l’amaro del capo e i rumori della mattina.
  3. Twin Peaks – Down in Heaven  Una storia allegra, ambientata a Brooklyn, con un finale aperto (quasi spalancato)
  4. Ryley Walker – Golden Sings That Have Been Sung  Veleggiare senza direzioni precise ma a ritmi decisamente sostenuti.
  5. Day Wave – Wasting Time  Occhi molto molto molto bassi.
  6. Kevin Morby – Singing Saw  E se facessimo un falò?
  7. The Gotobeds – Blood/Sugar/Secs/Traffic  Fermarsi all’incrocio e leggere i semafori imitando Vittorio Gassman. Roosshho, Veeeèrde, Aranciòòneh.
  8. Jeff Rosenstock – Worry  Invitare in casa 100 dementi e pogare a piedi nudi saltellando sulle cose.
  9. There Will Be Blood – Horns  Pianure che sanguinano, occhiali che si appannano, pensieri in moto perpetuo.
  10. Niccolò Fabi – Una somma di piccole cose  Una doccia ghiacciata che non ritempra proprio per un cazzo.

PAOLO FERRARI

  1. Minor Victories – Minor Victories  La voce angelica degli Slowdive, le ascese sognanti dei Mogwai, il minimalismo ritmico degli Editors. Tutto in un unico supergruppo.
  2. Radiohead – A Moon Shaped Pool  La perfezione, l’intensità, il coraggio di svuotarsi dentro.
  3. Bon Iver – 22, A Million  Distruggersi per poi risorgere.
  4. Fil Bo Riva – If You’re Right, It’s Alright  Un esordio folgorante, il piglio di chi nella vita non poteva far altro che emozionare.
  5. Motorpsycho – Here Be Monsters  La solita fottutissima storia. Se ti lasci trascinare, voli via oltre le dune di sabbia.
  6. Niccolò Fabi – Una Somma di Piccole Cose  Nessuno in Italia scrive come lui. Pura poesia in musica.
  7. Diiv – Is the Is Are  Droga da ascoltare, miele da stoccare.
  8. Ed Harcourt – Furnaces  C’è molta legna da ardere. Scalda tantissimo, a volte scotta, ma non brucia mai.
  9. The Kills – Ash & Ice  Il definitivo ritorno ai livelli di un tempo. Riaggiornati, carichi e pronti a sfondare di nuovo.
  10. Andrew Bird – Are You Serious  Delicato, mai banale, è stato il primo disco a rimanermi appiccicato in testa nel 2016.

SERGIO DI SALVO

  1. Achille Lauro – Ragazzi Madre  Oltre la diatriba fra trap e rap, Lauro sforna un disco eccezionale con un immaginario viscerale, autentico, poetico, quasi neomelodico. La produzione di Bossdom è qualcosa di raro in Italia. Pietra miliare istantanea.
  2. Chance The Rapper – Coloring Book  Un flow fuori dal comune, così semplice così commovente. Sperimentazioni e featuring di livello. Same Drugs canzone dell’anno.
  3. Childish Gambino – Awaken, My Love  Il Troy di Community ha tutte le carte per acquisire lustro planetario. Abbandona parzialmente il rap per abbracciare le radici, le sue, le nostre.
  4. Jimi Jules – Equinox  Un Dj del sottobosco svizzero produce tredici pezzi uno più sorprendente dell’altro. A loop per giorni nelle casse.
  5. Future – Evol  Perfetta, massiccia sintesi fra trap e rap. Future realizza l’album della vita che lo colloca definitivamente nell’Ade.
  6. Nicholas Jaar – Sirens  Apparentemente il suo disco più immediato e comprensibile, se ascoltato in profondità nasconde meraviglie.
  7. Noname – Telephone  Che sorpresa. Tutte canzoni perfette che ti mettono in risonanza con il genere umano.
  8. James Blake – The Colour in Anything  Arriva e ti scalda per tutti i giorni freddi che hai passato.
  9. NxWorries – Yes Lawd!  Un miscuglio di idee geniali sia nella produzione che negli arrangiamenti. Al netto dei ragionamenti c’è solo da chiudere gli occhi e fondersi.
  10. Microspasmi – Come 11 Secondi Il ritorno nel villaggio di Medda e Goedi, profeti del rap. In undici tracce mandano a casa tutti, poi tornano nell’iperspazio.

STEFANIA FAUSTO

  1. Niccolò Fabi – Una Somma di Piccole Cose
  2. Bon Iver – 22, A Million
  3. David Bowie – Blackstar
  4. I Cani – Aurora
  5. Ex-Otago – Marassi
  6. Motta – La Fine dei Vent’anni
  7. Thegiornalisti – Completamente Sold Out
  8. Red Hot Chili Peppers – The Getaway
  9. Radiohead – A Moon Shaped Pool
  10. Cosmo – L’Ultima Festa

DANIELE PICCOLI

  1. Nick Cave – Skeleton Tree  Tristezza distillata, un liquore che prende alla testa e allo stomaco e ti fa star male per stare meglio.
  2. Bon Iver – 22, A Million  Bon Iver che fa a pezzi Bon Iver e ne tira fuori una roba nuova, di nuovo.
  3. Beyoncé – Lemonade  Tra Frank e Kanye, io scelgo lei e il suo disco grossissimo che mette insieme r&b, rock, blues e country.
  4. Angel Olsen – My Woman  Il disco rock che ci mancava, impeccabile sotto ogni aspetto. Ascoltare Sister per credere.
  5. Nicolas Jaar – Sirens  Il ragazzino spippola come un dannato e fa elettronica intelligente e buona pure da ballare.
  6. Blood Orange – Freetown Sound  Musica black oltre la musica black. Più sanguigno di un’arancia sanguigna.
  7. Cosmo – L’ultima festa  Una mina con la cassa dritta e i ritornelloni da cantare in auto verso il mare.
  8. Ólafur Arnalds – Island Songs  Un dischettino incantevole unito a un progetto video altrettanto incantevole. Vieni a fare un giro in Islanda.
  9. Niccolò Fabi – Una somma di belle cose  Niccolò arriva e insegna a tutti come si scrivono i pezzi.
  10. Okkervil River – Away  Alla faccia del singolo, loro sono più vivi che mai e più folk che mai.

STEFANO BARTOLOTTA

  1. Daughter – Not To Disappear  Maturo, emozionante, catartico. Altri dischi sono fatti meglio, ma quello che ti lascia questo ascolto, non te lo lascia nessun altro nel 2016.
  2. Radiohead – A Moon Shaped Pool  Dopo oltre 20 anni di carriera, e a 5 dal loro unico passo falso, hanno saputo raccogliere diverse cose del loro passato e dar loro una veste nuova, di grande fascino e impatto emotivo.
  3. Agnes Obel – Citizen Of Glass  La consacrazione definitiva dell’artista danese, un disco audace, impeccabile nella forma e ricchisimo di sostanza.
  4. Ed Harcourt – Furnaces  Il fuoco creativo è tornato ad ardere dentro Ed. Un disco che sa unire tra loro impeto e introspezione, ruvidezza e cura del dettaglio.
  5. Bon Iver – 22, A million  Pop-non pop, canzoni-non canzoni, calore e freddezza. La contraddizione come nuovo linguaggio musicale, solo Justin poteva riuscirci.
  6. Veils – Total Depravity Nuovi elementi entrano nello stile di questa band, alcuni di essi sono in apparente contrasto con il passato, ma si integrano perfettamente nella natura della band e le danno nuova linfa.
  7. Meilyr Jones – 13 La freschezza dell’indie-pop e la raffinatezza della musica da camera si uniscono in un’opera che dà all’ascoltatore tante vibrazioni positive.
  8. Money – Suicide Songs Drammatico e ambizioso, senza compromessi, in grado di rappresentare la sofferenza e far capire che comunque c’è sempre speranza.
  9. Suede – Night Thoughts I punti di forza che hanno reso questa band famosa e amata sono quasi ai loro massimi livelli. Personalità, classe e profondità emotiva.
  10. Sophia – As We Make Our Way (Unknown Harbours) Come arricchire il proprio suono senza snaturare la propria essenza, per un risultato che colpisce sotto tutti i punti di vista.

ANDREA MANENTI

  1. Niccolò Fabi – Una somma di piccole cose  L’insostenibile leggerezza della poesia.
  2. Iggy Pop – Post Pop Depression  Bowie guarda a un futuro immortale, gli Stones si riappropriano delle origini, Nick Cave esplora l’oscurità della perdita, Neil Young lotta e scherza… ma io scelgo col cuore, scelgo il Dio Iguana!
  3. Primal Scream – Chaosmosis  L’ideale incontro fra il lato positivo e quello più nero dell’anima di Mr. Bobbie Gillespie.
  4. Kendrick Lamar – Untitled Unmastered  Basti dire che questa sarebbe una raccolta di pezzi scartati.
  5. Radiohead – A Moon Shaped Pool  Un po’ come ritrovare dei vecchi amici.
  6. Peter Doherty – Hamburg Demonstrations  In qualunque veste sia, Pete mi fa sempre stare bene.
  7. The Zen Circus – La terza guerra mondiale  Danzeremo anche sotto le bombe / lo abbiamo già fatto lo faremo sempre / finché durerà / per l’eternità.
  8. Wilco – Shmilco  Grandi canzoni in una veste più spoglia del solito.
  9. Adam Green – Aladdin  Rigorosamente da ascoltare guardando il bellissimo e assurdo film omonimo.
  10. Robbie Williams  – Heavy Entertainment Show  Brit Pop Is Not Dead.

GIULIA ZANICHELLI

  1. Nick Cave & The Bad Seeds – Skeleton Tree
  2. Radiohead – A Moon Shaped Pool
  3. David Bowie – Blackstar
  4. Niccolò Fabi – Una Somma di Piccole Cose
  5. Bon Iver – 22, A Million
  6. Motta – La Fine dei Vent’anni
  7. Michael Kiwanuka – Love and Hate
  8. Whitney – Light Upon the Lake
  9. Vinicio Capossela – Canzoni della Cupa
  10. Rolling Stones – Blue and Lonesome

MARILENA CARBONE

  1. Tre Allegri Ragazzi Morti – Inumani  I ragazzi morti non fanno canzoni reggae e nemmeno canzoni rock, fanno solo canzoni bellissime (cit.).
  2. Dente – Canzoni per metà  Quel coraggioso cantautorato fatto ancora solo di oneste chitarrine e canzoncine.
  3. Selton – Loreto paradiso  La colonna sonora del prossimo capodanno milanese per alternativi.
  4. Violacida – La migliore età  Adolescenza distratta e fuggente, sigarette abusive e lacrime come pioggia.
  5. Daniele Silvestri – Acrobati  Ennesima conferma di abili capacità di scrittura pungente e poetici giochi di parole.
  6. Il culo di Mario – Tutti  Dediche spaziali, ricetta del risotto, canzoni d’amore e pura psichedelia.
  7. Canova – Avete ragione tutti  Esperienze prêt-àporter e accenni di ribellione. L’attualità vista dai ventenni già stanchi.
  8. Joan Thiele – Joan Thiele  Soul e carisma, attrazione internazionale e qualche spunto dal reggae.
  9. Birthh – Born in the woods  Ingenuità e dolcezza dei suoni acustici che sconfinano nel mondo dell’elettronica.
  10. I Cani – Aurora  Contessa ci mette le poesie pop, il resto della band una opinabile potenza elettronica.

LAURA MUSUMARRA

  1. Hamilton Leithauser + Rostam – I Had a Dream That You Were Mine  Gli amori finiti male e la voce di Hamilton Leithauser: primo posto senza esitazione, e mi strappo pure il cuore.
  2. Lucius – Good Grief  L’album perfetto, da ascoltare fino allo sfinimento. Penso che scriverò alla Ubisoft per chiedere che venga integralmente inserito nel prossimo Just Dance.
  3. Allah-Las – Calico Review  Un massaggio al cervello, la musica che ci fa prendere bene.
  4. Leonard Cohen – You Want It Darker  L’album della morte di un vecchio poeta. L’addio più sofferto del 2016.
  5. Mitski – Puberty 2  Felicità e tristezza secondo noi ragazze. Mitski Miyawaki è l’amica con cui non ti stanchi mai di parlare.
  6. Radiohead – A Moon Shaped Pool  Perché sono riusciti, ancora una volta, a creare quella sottile atmosfera da giorno prima della fine del mondo.
  7. Mutual Benefit – Skip a Sinking Stone  Il folk soave di Jordan Lee che ci accarezza piano: andrà tutto bene.
  8. I Cani – Aurora  Sì, sono segretamente innamorata di Niccolò Contessa.
  9. Car Seat Headrest – Teens of Denial  La nostalgia degli anni Novanta permane. A volte la combattiamo, altre la assecondiamo. Questo è l’album con cui la assecondiamo.
  10. Preoccupations – Preoccupations  Perché l’ansia ci ha accompagnati anche in questo 2016 e non ci abbandonerà nemmeno se cambiassimo nome, come hanno fatto i Viet Cong.

ALESSANDRO FRANCHI

  1. Bon Iver – 22, A Million
  2. David Bowie – Blackstar
  3. Radiohead – A Moon Shaped Pool
  4. Porches – Pool
  5. Devendra Banhart – Ape In Pink Marble
  6. James Blake – The Colour In Anything
  7. Novamerica – Novamerica
  8. Cosmo – L’ultima Festa
  9. Motta – La Fine dei Vent’anni
  10. Afterhours – Folfiri o Folfox

FEDERICO TREVISANI

  1. Misty Miller – The Whole Family is Worried  Perché è nata come ragazzina acqua e sapone, è diventata famosa, ha conosciuto la droga e si è trasformata. L’album è la sua rinascita.
  2. Bon Iver – 22, A Million Perché non puoi non citarli, hanno fatto un album splendido, da ascoltare in qualsiasi stato d’animo, depressione o euforia
  3. The Tragically Hip – Man Machine Poem  Perchè sarà l’ultimo album della band, perché è stato scritto da una persona malata di cancro, in un momento in cui non sapeva ancora di esserlo. Ed è impregnato di sofferenza e dolore.
  4. GiunglaCamo  Perchè è giovane e ha tantissimo talento. Riesce a non cadere nella retorica della rock girl banale tutta presenza e niente arte. Funziona di più all’estero, dove gli artisti vengono valutati solo sulla competenza.
  5. Gurr – In My Head  Perchè sono un duo di ragazze berlinesi, ancora poco conosciute fuori dalla città tedesca, ma a breve faranno sicuramente il salto.
  6. Hinds – Leave Me Alone  Perchè hanno girato l’America e l’Europa tre volte in un anno e mezzo, con un album solo. Sono quattro ragazze dal sound totalmente americano, ma con l’anima spagnola.
  7. Let’s Eat Grandma – I, Gemini  Perchè mescolano il pop, l’elettronica, il rock atteggiandosi in maniera molto hipster. Perché sono due ragazze che sanno come fare casino nei live.
  8. Judah & The Lion – Folk Hop ‘N Roll  Perchè è un sound che spazia vari generi, mantenendo una base folk. Perchè il banjo è suonato magistralmente e tutte le canzoni sono positive se ascoltate una volta, ma depressive se riascoltate con attenzione.
  9. I Cani – Aurora  Perchè nonostante tutto, Contessa ha fatto un album splendido dove ogni canzone è curata nei dettagli. Le tastiere sono perfette ed ha anticipato un po’ tutto quello che è venuto dopo.
  10. Frank Ocean – Blonde  Perchè ho deciso quest’anno di ascoltarlo per la prima volta, in quanto sempre scettico. L’album è decisamente una bomba, i precedenti ancora di più.

ANDREA BENTIVOGLIO

  1. Pj Harvey – The Hope Six Demolition Project  Dalla guerra del Kosovo a quella dell’Afghanistan, dalle speculazioni edilizie fino alla genesi “aperta al pubblico”. Il ritorno di PJ Harvey mette tutti in riga con un album politico, ricco e ambizioso.
  2. David Bowie – Blackstar  Resta il dubbio dell’interesse che un lavoro così denso e scuro avrebbe destato a fine anno se a pochi giorni dall’uscita David Bowie non fosse morto. Probabilmente la più grande uscita di scena della storia del pop.
  3. Dinosaur Jr. – Give a Glimpse of What Yer Not  La seconda o terza vita dei Dinosaur Jr sta regalando soddisfazioni notevoli a vecchi fan e nuovi adepti.
  4. Radiohead – A Moon Shaped Pool  Un disco ispirato che li vede mettere da parte l’elettronica per tornare ad atmosfere più intime e malinconiche, create da brani che hanno atteso anni prima di essere incisi.
  5. Preoccupations – Preoccupations  Cambiano nome e poco altro nella loro formula i canadesi ex Women, ex Viet Cong, che ora si fanno chiamare Preoccupations. Solito post-punk senza luce, spigoloso e gelido.
  6. A Tribe Called Quest – We Got It from Here… Thank You 4 Your Service Non un disco postumo, ma un ultimo capitolo caleidoscopico per gli ATCQ. Non una banale reunion ma musica brillante, infarcita di ospiti prestigiosi e di campioni utilizzati con la solita classe.
  7. His Clancyness – Isolation Culture  Un progetto solista che diventa band, una band che macina km in tour, un suono che si fa più nitido e corale, una decina di canzoni psych-pop, art pop, dream pop.
  8. Parquet Courts – Human Performance  I nuiorchesi Parquet Courts si lasciano alle spalle il noise e si cimentano in quello che gli viene meglio: condensare i suoni (e i rumori) migliori dell’indie-rock.
  9. Ulrika Spacek – The Album Paranoia  Ibridano la psichedelia e la declinano nelle forme del post-punk, del kraut-rock, dello shoegaze e del rock più rumoroso.
  10. Car Seat Headrest – Teens Of Denial  Will Toledo rappresenta la speranza per gli appassionati di chitarre storte, attitudine slacker, orfani dei Pavement. Fa tutto da solo, incarna la nuova post-adolescenza da loser, ha tirato fuori un disco notevolissimo. Come fai a non volergli bene?

ANDREA FRANGI

  1. David Bowie – Blackstar  Un’uscita di scena spettacolare, il colpo di genio di una carriera superlativa, indecifrabile che ha aperto le strade a generi, artisti e la mente di molti. Quando la musica combacia con la vita nella sua carnalità e qualcuno, Bowie, riesce a comunicarlo in modo cristallino.
  2. Bon Iver – 22, A Million  Nel vortice dei cantautori tristi di successo, Bon Iver è riuscito a innovare senza adagiarsi. Un rischio che gli è valso un successo.
  3. Radiohead – A Moon Shaped Pool  Un ritorno alle origini aspettato con troppa impazienza.
  4. Rolling Stones – Blue and Lonesome  Gli unici che riescono a fare del rock n roll che poteva benissimo essere di successo anche negli anni 60 senza far storcere il naso. Novità.
  5. Jack White – Acoustic Recordings 1998-2016  Un piccolo gioiello tutto americano.
  6. Sun Kil Moon/Jesu – Sun Kil Moon/Jesu  Disco tra l’elettronico e il cantautorato di quell’intramontabile mostro che è Kozelek.
  7. Minor Victories- Minor Victories  Forse l’unico super gruppo che è riuscito a dar vita a un progetto musicale e artistico concreto senza essere una accozzaglia di vip.
  8. Lou Barlow – Apocalypse Fetish  Come per il suo amico/nemico J Mascis, sempre grandi prove in delicate solitaria.
  9. Paws – No Grace  Un concentrato indie rock con una freschezza mai vista.
  10. Ex-Otago – Marassi  Un gruppo strepitoso che sa fare il pop giusto e soprattutto sa far sognare.

FILIPPO SANTINI

  1. The Last Shadow Puppets – Everything You’ve Come To Expect  Unire la tradizione britannica ai primi crooner italo-americani; reinventare le logiche del duetto; scrivere ritornelli impeccabili. Questi due pazzi sono riusciti a fare tutto questo, e molto altro.
  2. Iggy Pop – Post Pop Depression  Lo zio Iggy torna, questa volta per davvero. Con Joshua Homme alle sue spalle e un sacco di canzoni piene di rabbia, poesia e maestosità.
  3. Warhaus – We Fucked A Flame Into Being  Il leader dei Balthazar ci presenta i suoi nuovi suoni: sexy, misteriosi e con improvvise dolcezze. Anche i testi non sono da sottovalutare.
  4. The Kills – Ash & Ice  Altro graditissimo ritorno. Jamie e Alison trovano finalmente il punto d’incontro perfetto tra garage-rock ed elettronica. Un album trasversale pieno di adrenalina, riff da paura e modernità
  5. David Bowie – Blackstar  Il duca bianco ci saluta così. Un viaggio onirico pieno di pulsioni di “buona morte” e melodie degli anni che furono. Silenzio; è l’unica cosa che gli dobbiamo.
  6. Undisco Kidd – Hubble Bubble  Immaginate un viaggio nel deserto, a bordo di un pick-up rosso, e con a vostra disposizione solo una cassa di birre. Ecco, per creare il mood perfetto vi mancherebbe soltanto il disco psichedelico-garage di questi tre ragazzi sardi.
  7. The Rolling Stones – Blue And Lonesome  Si può fare un album degno dei tempi d’oro, saltare come un ragazzino, e aspettare pure un figlio a 73 anni? Sì, se ti chiami Mick Jagger.
  8. Joan Thiele – Joan Thiele  È vero è un Ep, ma ha tutto il sapore di un album. Basta ascoltarne i singoli ipnoitici e le belle produzioni degli Etna. Un progetto da seguire con attenzione, e da preferire al solito cantautorato.
  9. Leonard Cohen – You Want It Darker  L’estremo addio del più grande poeta della storia della musica insieme a Bob Dylan. C’è bisogno di aggiungere altro?
  10. Salmo – Hellvisback  Tutti i magazine indipendenti fanno il colpo di teatro con Rihanna e Beyoncè. Io preferisco Salmo: in ogni canzone si sente la grinta con cui questo ragazzo è riuscito a mettere in atto quello che voleva.

ALESSANDRO SCOTTI

  1. Noura Mint Seymail – Arbina  Pop senza essere banale, esotico senza mancare di empatia per l’altro. Proiettato nel domani ma coi piedi piantati a terra. Grande blues psichedelico.
  2. Thao & The Get Down Stay Down – A man alive  Cangiante e variopinto pop americano contemporaneo, deliziosamente sbruffone.
  3. Moe – Examination of The Eye of a Horse  Musica estrema suonata con umiltà e voglia di osare assieme. Fredda rabbia ragionata.
  4. K(s)A/L – Rocknroll Hole of Famine  Esce un mostro dalla palude, ha una chitarra elettrica a tracolla, e suona cover di “Exile on main street”.
  5. M.I.A. – AIM: Non la sua prova migliore ma la paraculaggine terzomondista dell’angol-cingalese rende la vita meno ovvia e ci spinge alla serendipità.
  6. … per quest’anno, cinque possono bastare!