Ci sono gruppi che sembrano nati per essere delle meteore, con una scia luminosa destinata a esaurirsi, e che invece rimangono lì a illuminare il cielo della musica. I Cage The Elephant sono uno di questi. La band statunitense è formata dai due fratelli Matthew e Brad Shultz, voce e chitarra, Daniel Tichenor e Jared Champion, rispettivamente basso e batteria/percussioni, Nick Bockrath, chitarra solista dal 2014, e infine dal polistrumentista Matthan Minster, anch’egli presente dal 2014.
La band, dalle pianure di Bowling Green, nel Kentuky, ha trovato il suo massimo splendore in terra inglese. Il suo sound, banalmente indicato come indie-rock, è ben espresso nel nome originario del gruppo, Perfect Confusion, una perfetta mescolanza di stili e influenze, composta da brani aggressivi e ballate stilose con accenni blues. Questa fusione permette a ogni disco di essere un prodotto a se stante, in cui è possibile trovare sia una hit mainstream che un ottimo prodotto di musica alternativa.
Qui potete ascoltare i 12 brani che a nostro parere li rappresentano meglio.
A cura di Nicandro Crolla
Ain’t No Rest for the Wicked (da “Cage The Elephant”, 2008)
È il terzo singolo del loro album d’esordio e ha un suono country distorto che fa l’occhiolino a Loser di Beck. Il suono folk americano si fonde ai riff distorti delle chitarre, alla batteria potente, e permette alla band di camminare a testa alta nel deserto americano e nelle classifiche.
Back Against the Wall (da “Cage The Elephant”, 2008)
Un brano che unisce la dolcezza alla potenza della band, in uno stile che ricorda molto gli Arctic Monkeys. Questo equilibrio funziona e il pubblico lo premia facendo volare la canzone in cima alla Billboard Alternative Songs Chart USA.
Shake Me Down (da “Thank You, Happy Birthday”, 2011)
Brano scritto dal batterista, a cui si è aggiunto il padre del bassista, che compone la linea di basso prendendo spunto dagli Shine. Acclamato da critica e pubblico, arriva al primo posto della US Billboard Rock Songs e US Billboard Alternative Songs. A scuotere l’introduzione cantata arriva la potenza degli strumenti e dei cori, che trascinano verso un ritornello in cui s’intravede una luce di speranza in fondo al buio della depressione. Il brano è accompagnato da un video acclamatissimo, tanto da venir nominato agli MTV Video Music Awards del 2011 come Best Rock Video.
Around My Head (da “Thank You, Happy Birthday”, 2011)
La canzone parte con un riff di chitarra semplice, sporco e potente creato dal chitarrista Brad Shultz. La musica e il modo di cantare richiamano molto i Pixies.
Aberdeen (da “Thank You, Happy Birthday”, 2011)
Intitolata inizialmente Maybellin, questa canzone è stata successivamente tramutata in Aberdeen poiché in questo modo a Matthew Shultz veniva più naturale cantarla. Potenza e rabbia sono alla base, le distorsioni della chitarra seguono la voce del cantante.
Come a Little Closer (da “Malaphonia”, 2013)
Primo singolo del terzo album, entra diretto al quarto posto della Billboard Alternative Songs Chart. La canzone è stata scritta dal cantante in albergo a San Paolo, dove dalla finestra poteva osservare i quartieri ricchi sormontati dalle favelas. Il gruppo crea un sound nettamente inglese, ponendosi in parallelo agli Arctic Monkeys, senza però abbandonare la potenza che li contraddistingue nel ritornello.
Cigarette Daydreams (da “Malaphonia”, 2013)
Prodotto dal fidato Jay Joyce, il brano parte con una dolce melodia di chitarra, che poi avvolge il testo scritto da Matthew Shultz. Lo stesso dichiarò che il produttore lo chiamò per dirgli di concludere velocemente questo pezzo e che a quel punto si annotò questa frase: “To be transparent and speak from naked honesty”.
A Mess Around (da “Tell Me I’m Pretty”, 2015)
Questa volta il brano è prodotto da un certo Dan Auerbach (Black Keys) e la musica cambia. Ci sono sonorità anni ’60 e ’70, con cori che non vengono urlati ma cantati e una batteria a la Beach Boys. La potenza viene convertita in un suono morbido e delicato, e anche gli argomenti trattati diventano leggeri e più frivoli rispetto ai precedenti lavori.
Trouble (da “Tell Me I’m Pretty”, 2015)
L’associazione con gli Arctic Monkeys è definitiva, il loro suono caldo, avvolgente e vintage abbraccia chi l’ascolta come una dolce ninna nanna. Scritta con il produttore Dan Auerbach, Troblue arriva al primo posto della the Billboard Alternative Songs Chart USA, rimanendo in classifica 51 settimane. Matthew Shultz ha dichiarato: “So the song’s kind a just about honesty and adversity and struggle and stuff like that”.
Cold Cold Cold (da “Tell Me I’m Pretty”, 2015)
Il pezzo parte con una chitarra che richiama California Dreamin dei Mama and Papas e continua immergendosi nei suoni caldi anni ’60, grazie alla presenza di un organo. Il tocco di Auerbach alla produzione è evidente e riconoscibile, tanto che il brano potrebbe stare bene anche in un album dei Black Keys.
Ready to Let Go (da “Social Cues”, 2019)
Questo primo singolo tratto dall’ultimo lavoro in studio ha una direzione nuova poiché il produttore, John Hill, ha lavorato con gente del calibro di Santigold, Florence + The Machine, Portugal. The Man e tUnE-yArDs. Il brano ha un suono più moderno e fresco, tendente a un indie rock degno dei Kasabian degli inizi: con batteria dritta, suono vellutato e chitarra lievemente distorta solo in occasione dell’assolo. Il testo, come tutti gli altri brani del disco, parla della fine della storia d’amore del cantante.
Night Running (da “Social Cues”, 2019)
Dopo anni i Cage the Elephant incontrano il loro primo ispiratore: Beck. In una canzone con un andamento reggae, in cui la chitarra viene distorta dal delay e la batteria in levare, il ritornello viene lasciato al folletto, che canta nel suo stile unico. Poi la voce di Beck e quella di Shultz riprendono a correre insieme immerse in sonorità sperimentali, che permettono agli allievi di abbracciare il maestro.
