…e sì è ancora una volta, l’ennesima, al Bloom, locale storico del rock alternativo in Italia, un posto, per intenderci, dal quale sono passate band come Nirvana, Green Day, Screaming Trees, Queens of the Stone Age ed altre.
Le porte aprono alle 22.00 per farci poi aspettare per lo show le 23.00 quando sul palco salgono i giovanissimi Lago Vostok, trio (batteria, chitarra, basso) strumentale e con una forte impostazione screamo. Dopo 23 minuti di live il giudizio è uno ed unanime: bravi.
Circa mezz’ora di cambio palco e a mezzanotte si presenta il supergruppo formato da Eugene Robinson degli Oxbow, Xabier Iriondo Gemmi degli Afterhours e l’accoppiata Capovilla – Valente (One Dimensional Man, Il Teatro degli Orrori) con il compito di trasportare in dimensione live la loro prima fatica “A Resting Place for Strangers” (qui la recensione).
La scommessa, diciamolo subito, è vinta a metà. Il concerto è una prima data e si sente. La sezione ritmica degli animali (in senso positivo) Capovilla al basso e Valente alla batteria è precisa e impeccabile, ma lo stesso non si può dire del resto. La chitarra super effettata di Xabier è troppo presente creando un senso di disordine a volte fastidioso (non il bellissimo riempimento sonoro dell’album), così come l’immagine possente del cantante americano, che pur sembra a suo agio, scalpita ad attirare su sé tutta l’attenzione anche causa un cantato – urlato alla lunga monotono.
I brani in ogni caso scorrono lisci e potenti fino alla fine dello show con picchi nella doppietta d’introduzione “Cold or Hot” / “This is love”, nell’ospitata femminile in “Me + I” e nella pachidermica “Smiling Faces of Children”.
Una band che si può ritagliare una nuova nicchia all’interno della scena italiana, ma che potrà avere sicuramente più gioie se deciderà di guardare anche all’estero.
Un appunto: far iniziare la band principale, in un giorno lavorativo, alle 24.00 è una brutta abitudine tutta italiana che speriamo venga eliminata.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.