Nato dall’incontro fra il leader dei Primal Scream, Bobby Gillespie, e la voce delle Savages, Jehnny Beth, avvenuto 6 anni fa durante un concerto tributo ai Suicide, “Utopian Ashes” è il riuscito tentativo da parte dei due autori di entrare nelle viscere di un rapporto sentimentale in disfacimento, usando la musica come catarsi. Partendo dall’esempio del capolavoro country “Grievous Angel” del mai troppo compianto Gram Parsons, Gillespie e Beth, aiutati da ben tre membri dei Primal Scream (Andrew Innes alla chitarra, Martin Duffy al piano e Darrin Mooney alla batteria) e da Johnny Hostile al basso, già più volte sodale di Jehnny, donano una veste rock semiacustica di matrice vintage alle tematiche esplorate nei testi.

La partenza è affidata a Chase It Down, con un soul alla Neil Young periodo “Harvest” nelle strofe e un ritornello quasi disco-dark-seventies. Segue il brit pop dell’oscura English Town, in cui i riferimenti vanno dai Kinks ai Blur. Remember We Were Lovers e Your Heart Will Always Be Broken hanno imparato la lezione degli Stones della prima metà degli Anni ’70. Stones of Silence è gradevolmente beat, mentre in You Don’t Know What Love Is l’amore è visto come una droga (qui è chiaro il riferimento autobiografico per Gillespie), ma il vero capolavoro (anticipato dai versi recitati di Self-Crowned King of Nothingness) è You Can Trust Me Now, la ballata pop maledetta che Nick Cave ha purtroppo smesso di scrivere vent’anni fa. Chiudono il disco l’onirica arpa di Living a Lie e la falsamente dolce Sunk en Reverie. Un esperimento pienamente riuscito. Applausi.

Andrea Manenti