Il nuovo anno sta finendo ed è sempre il momento di far quadrare i cerchi prima di ingozzarci di lenticchie e riversarci sul divano di qualche nostro carissimo amico, mentre in sottofondo Magalli nella televisione stappa la bottiglia grossa grossa con il sorrisone dei giusti. Ma prima di soffocare in preda a convulsioni isteriche, raccogliamoci e cogliamo l’occasione di di guardare oltre questo “anno dimerda” che ci ha strappato da Prince, Bowie, George Micheal, Bud Spencer, Franco Citti, la principessa Leila e pure William Salice, l’inventore dell’ovetto kinder. Ok, respiriamo. Pensiamo a casa nostra, alla tanto discussa scena indie italiota. Eccovi 10 nomi su cui siamo pronti a scommettere nel 2017. Sia chiaro l’obbiettivo è solo uno: ripulirvi le orecchie.
Brenneke
La Varese più west coast che si possa immaginare, quasi Telekinesis. Delizia.
Two Hicks One Cityman
Guardarsi le scarpe non è mai stato così spassoso.
Berg
Luca e la sua voce. Incroci astratti in cui è piacevole perdere la direzione
Andrea Fornari
Non ci eravamo accorti di avere un Fink torinese pronto farci piovere addosso quintali di emozioni. Tenetelo d’occhio.
Gomma
Caserta paranoica, in fissa per le onde, in fissa per certe onde.
Greyscaleye
50 sfumature di grigio, dal topo alla cenere: la cromoterapia del batterista degli One Dimensional Man.
Warias
CortoCircuti psychedelici per seratone assicurate.
Old Fashioned Lover Boy
Cuore grande e canzoni sincere. Due prove che fanno un indizio.
Mai Stato Altrove
Il mondo onirico di Gabriele: fatto di squisita malinconia pop.
Mood
La matematica non è mai stata così divertente.
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.